Lo Spicciafaccende :”PRESENTAZIONE” RIUSCITA…

di Emilio Vittozzi

Venerdì 29 gennaio, presso la “Biblioteca Annalisa Durante” in Via Forcella a Napoli, c’è stata la prima “presentazione” dell’ultimo libro di Tonino Scala, “Lo spicciafaccende” (Il quaderno edizioni).

All’iniziativa hanno partecipato oltre 150 persone, tra cui Carlo Faiello, Patrizia Spinosi, “La maschera” e Rosario D’Angelo (assenti giustificati Emilio Vittozzi e Sasà Mendoza, entrambi ammalati). L’evento, con scopo benefico, è stato organizzato dall’Associazione “Venti di Speranza” in collaborazione con “Il Quaderno edizioni” e la “Biblioteca Annalisa Durante”. Tutto è ruotato intorno al nuovo libro di Tonino Scala, che ha deciso di presentare in anteprima il suo nuovo giallo e di regalare i libri per finanziare l’acquisto di scaffali, per dotare la biblioteca, al centro di Forcella, di nuovi spazi per allocare libri.

 A Tonino Scala ho posto alcune domande:

 – Quando trovi il tempo e l’ispirazione per scrivere?

– Scrivo la notte, non soffro d’insonnia, mi piace “zappare” sulla tastiera quando tutti dormono. Riesco così a riconciliarmi con il mondo.

– Come si arriva al primo… “giallo”?

–Il mio non è un giallo vero e proprio; è un mistery in salsa napoletano, il morto c’è ma non si comprende bene se sia morto… Sarà il lettore a decidere. È un giallo atipico, che rompe gli schemi tradizionali di questo genere letterario. “Lo Spicciafaccende”, Mistero Napoletano, è ambientato a Napoli, nella sua immensa provincia, nelle sue mille contraddizioni. Ha come protagonista Mario, un ex poliziotto oramai disoccupato, dopo una emigrazione nel profondo nord, che decide di ritornare nella sua città, nella periferia napoletana ed inventarsi un mestiere: lo spicciafaccende. Che mestiere è? Tutto e niente. “Tutto” perché Mario è pronto a fare qualsiasi cosa pur di sbarcare il lunario e “niente” perché non è un lavoro specifico. Nel suo ufficio, una vecchia Punto della Fiat, aspetta clienti leggendo il giornale e risolvendo qualche cruciverba.

– In tutti i tuoi libri, personaggi ed argomenti sono ben delineati. Anche in questo?

–Provo a mettermi al fianco dei personaggi che creo e li lascio parlare. Li vedo, non li costruisco, li vedo proprio, come amo dire scrivo per non andare in analisi. Come sempre le storie, i personaggi escono da soli. Avevo da tempo pensato ad un personaggio un po’ strano e profondo, lo spicciafaccende. Che significa, difficile dirlo: lo spicciafaccende fa tutto e niente, vive di espedienti. È lì in macchina che aspetta, aspetta clienti. La macchina, una vecchia Fiat punto con uno stereo arrangiato, è il suo ufficio. A dire il vero non solo l’autoradio è arrangiato, ma tutta la sua vita.

 – Hai seguito un preciso metodo di stesura per scrivere questo libro? Hai dei riti?

– Nessun rito, se non la voglia di costruire, intorno al territorio che è sempre protagonista dei miei libri, qualcosa di reale. Provo ad essere onesto. Non saprei scrivere qualcosa di non vero. I protagonisti dei miei libri sono inventati, ma veri… Ho bisogno di un medico dirai, forse sì, ma è così difficile spiegarlo, bisogna leggerli, comprenderli e mettersi al loro fianco. Umanità a gogò come la nostra Napoli.

 – Ultimamente, correggimi se sbaglio, i Cantautori Italiani producono pochino e in maniera raramente originale, scrivendo però molti libri. Non è che…

–Maggià mettere ‘a scivere io una canzone?  Nooo, ad ognuno il suo mestiere . Le canzoni del libro sono scritte dallo spicciafaccende, che tra le tante cose, per sbarcare il lunario, scrive anche canzoni neomelodiche, ma questa è un’altra storia.

– Che rapporto hai con la critica?

– Buono, nel senso che non mi prendo collera quando scrivono che un mio libro non gli è piaciuto; quando scrivi, quando produci un’opera dell’intelletto, non sempre riesci ad esternarla in modo comprensibile. La critica fa parte del gioco e scrivere è proprio un gran bel gioco.

– Per chi, come me, non è stato presente alla presentazione, vuoi raccontare cosa è stata?

– Una serata di “resistenza” attiva, occupazione di uno spazio negato, una serata di speranza, un momento di cultura di reazione. Abbiamo provato a mettere nel cassetto il “nonsipuotismo “ dilagante che regna dalle nostre parti. Musica, spettacolo e un libro per solidarietà: l’intero ricavato della serata, infatti, verrà devoluto all’acquisto degli scaffali per la biblioteca dedicata ad una vittima innocente di camorra. Commuovente l’incontro con il padre di Annalisa… Lo spazio Forcella, con annessa biblioteca, è un luogo da frequentare, da riprendersi: deve diventare il centro, il fulcro di un quartiere che ha paura. A volte una canzone e un libro possono fare tante cose.-

Share this nice post:

Be the first to comment

Leave a Reply

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*