La politica faccia un gesto forte come quello del Cardinale Sepe

Un gesto forte quello del cardinale Sepe durante la marcia degli innocenti in ricordo delle vittime della camorra: “Chi semina morte raccoglierà solo morte. Se gli uomini dei clan non si pentono, così ho detto ai miei sacerdoti, non potranno entrare in chiesa neanche da morti”. Un vero e proprio anatema. Mai la chiesa italiana si era spinta così oltre. Neanche da morti, neanche dinanzi alla morte di un uomo che genera morte, che bagna di sangue le strade ci può essere il perdono e possono essere aperte le porte della casa del signore. Che forza in queste parole. È la forza che serve ad una città ha bisogno di libertà, che ha bisogno di essere liberata, ma non esistono liberatori bensì uomini e donne che si liberano. Un gesto che segue con forza le parole della fidanzata di Lino Romano: Noi Siamo di più. Si siamo di più, siamo superiori alla forza della violenza. Un gesto come mai era accaduto nella città di Napoli. Un gesto non per denunciare la debolezza della gente comune, ma per esprimere la forza della città onesta e laboriosa che non nasce dalla violenza delle armi, piuttosto dal sacrificio dei nostri fratelli vigliaccamente uccisi. Sono proprio loro a motivarci, perché costituiscono la linfa del nostro agire e della nostra battaglia. Grazie Cardinale Sepe queste parole pesano. Pesano come un grande macigno sulle nostre coscienze, mi auguro che possano pesare allo stesso modo nelle coscienze di questi assassini. Mi auguro che possano ribollire negli animi di questi seminatori di morte. Un gesto altrettante forte dovrebbe farlo la politica tutta, nel non far accostare, nemmeno lontanamente, alle liste e alle istituzioni, uomini su cui esiste anche il solo sospetto di rapporti con la camorra. Oggi più che mai c’è la necessità di costruire una nuova speranza per una terra che ha perso tutto. Per una terra che ha paura, per una terra che non conosce più il sapore della libertà. Un camorrista non deve poter entrare in chiesa se non per pentirsi. Un uomo politico che ha avuto rapporti con la camorra non deve avvicinarsi nemmeno lontanamente alle istituzioni se non per chiedere scusa. La politica ritorni al suo primato non ci si può riempire la bocca di codici etici per poi mettere in lista disonorevoli. Non a caso il legislatore per i rappresentanti istituzionali chiese un prestito all’antico testamento: eletto ovvero purezza. Nella nostra terra dove c’è fame e sete di tutto ha un significato ed un peso diverso. Quando si riduce un cittadino alla povertà, quando si trasforma un suo diritto in favore, quando lo si trasforma in uno strumento di potere, allora quel cittadino perde la sua libertà, come avveniva durante il Fascismo. E allora, quel cittadino avrà bisogno della politica per sopravvivere. La politica deve dare la possibilità di scegliere in tranquillità e senza condizionamenti. “Per i politici durante la campagna elettorale la camorra diventa roba onesta, come un’istituzione senza la quale non puoi fare niente … La camorra gestisce migliaia e migliaia di voti. Più la gente si allontana dalla politica, più sente che sono tutti uguali e tutti incapaci, più noi riusciamo a comprare voti” questo lo diceva in una sua deposizione Maurizio Prestieri ex boss pentito della camorra del rione Monterosa a Scampia. Ed è quello che accade in tante realtà, in tanti quartieri. Serve una scossa vera. La politica oggi più che mai deve rappresentare un varco di luce e di speranza per i cittadini. La politica deve tornare a trasmettere passione e mettere al centro il primato dell´individuo. Come ci ha insegnato Rosanna Ferrigno la fidanzata del giovane ucciso qualche settimana fa a Marianella “Non bisogna avere paura dei camorristi. Sono loro che devono avere paura di noi. Noi dobbiamo continuare a uscire per la strada a testa alta. Sono loro che si devono nascondere. Noi siamo di più”.

Tonino Scala responsabile enti locali Sel

 

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