Un Messico napoletano: Il canto dei disperati

Sabato pomeriggio con i passerotti che non vanno via. Con i pensieri che vanno e ingarbugliano la mente ed una vita già di per se ingarbugliata. Metto ordine alla mia vita, troppo difficile. Meglio aggiustare il mobile libreria contenitore nel corridoio, sono dieci anni che lo dico e non lo faccio mai. Libri, tanti libri, foto, tante foto. Trovo tante cose lette, fatte. Mi salta tra le mani uno dei miei libri preferiti. Uno di quelli che mi ha fatto amare il mio Peppe Lanzetta: Un Messico napoletano. Anno 1994, seconda edizione. C’erano ancora le lire, diecimila lire, sembravano tante per un libro, ed invece…diecimilalire ben spese… E che vuoi mettere a posto, voglio rileggerlo e subito. Mi metto sul lettone, non quello di Putin, il mio. Pancia sotto, libro sul cuscino, pagine oramai ingiallite, bastano un paio d’ore e…

Più che un romanzo è un canto, il canto disperato e malinconico di un popolo dimenticato da tutti, anche dalla letteratura. Il cantico dei cantici, romantico e aspro, degli ultimi. Gli ultimi di Napoli che si legano agli ultimi del mondo. Via Bakù, la centosessantasette, via Ghisleri fanno un gemellaggio atipico con la suburra del Sudamerica. Il sogno, il sogno di uscire da una vita senza via d’uscita. Il sogno che ancora oggi si chiama America e che a Napoli potevi sognare ed avere per tremila lire con le sigarette di contrabbando. Contrabbandieri di sogni a buon mercato di un popolo che non può più permettersi nemmeno di sognare. Fanculo al mondo, fanculo alla vita che va nonostante tutto. Dove una settimana a Rimini o Giulianova diventano uno strumento per provare a dimenticare, per lasciare nel dimenticatoio tutti e tutto, ma…poi si torna …e…

C’è malinconia, sofferenza e gioia di vivere in Un Messico napoletano. Un romanzo che rileggo dopo anni. Quando ho voglia di capirmi, di capire ciò che mi circonda leggo Peppe Lanzetta e il suo blues disperato che talvolta placa, talvolta aumenta la mia rabbia. La rabbia di chi non ce la fa più a vivere in un mondo dimenticato dal mondo.  Un libro duro con personaggi veri fin troppo. Un libro che non ti farà dormire se queste realtà le conosci! Peppe Lanzetta ha l’abilità di farti vedere il ventre della grande metropoli del sud dal tavolino di un bar. Sembra di stare al Bar Mexico, quello di Piazza Garibaldi. Dove Napoli si confonde con il Mexico attraverso il caffè Passalacqua. Il caffè del bar Mexico mamma ma! Ottima miscela, ben preparato secondo la tradizione napoletana, con la tazza che scotta come i pensieri della suburra. Un caffè cremoso e compatto, lo zucchero scende lento lento! Nel bar usano ancora la macchina con il braccio a molla… la migliore! E mentre guardi il barista, e sorseggi poco alla volta quel capolavoro che è il caffè napoletano, vedi le immagini, le sofferenze, delle anime di un popolo tellurico che stenta a respirare. Passano facce per Piazza Garibaldi e lì puoi incontrare a distanza di anni i tanti personaggi che animano il romanzo di Peppe. Un Messico napoletano è la storia di una diciannovenne, Anna per tutti “la Rossa”. Un libro che inizia con la primavera e i suoi colori che colorano il  cemento, l’asfalto e le aree dismesse. Termina con il capodanno con il sangue versato nell’ultimo giorno dell’anno. Napoli, i suoi vicoli, i suoi quartieri, città nella città. Droga, tanta droga. Non è la Napoli della camorra e delle lotte tra bande, la camorra c’è, si vede si sente uccide, ma è protagonista. Prima attrice è la Napoli dei disperati, dei senza futuro e senza presente. La Napoli verace, romantica, la Napoli di mare, la Napoli d’amare. La Napoli che si vede, si sente, si percepiscono i profumi e le puzze, la poesia il sue essere pulp a sua insaputa. Peppe in questo libro non fa parlare i suoi personaggi, li fa cantare, urlare, disperare. Cantano rabbia, imprecazioni, muorti e chittammuorti al ritmo di soul e blues che ti entra e non ti lascia più. Grazie Peppe…come sempre.

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1 Commento

  1. Avete un gran bel blog qui! Sareste disponibili per uno scambio di post? parlo di guest blogging… ho un blog che tratta di argomenti simili, vi ho inviato una mail per scambiarci i dati. Grazie ancora!

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