Quattro piume per l’assassino…un bel giallo napoletano

quattro piume per assassinodi Tonino Scala

Bel ritmo in un Napoli tutta da scoprire. Questo e tanto altro in “Quattro piume per l’assassino” (Avagliano editore, 126 pagine, 9 euro), romanzo giallo d’esordio della scrittrice molisana Renata Di Martino. Un giallo su Napoli scritto con ironia e nel solco dei migliori libri di genere che hanno visto come protagonista la bella e cupa Partenope. Ambientato nei Quartieri Spagnoli, sobborgo tra i più antichi e belli di Napoli, dove un serial killer uccide donne bionde strangolandole e abbandonandole con delle piume di pulcino tra le dita. Ad investigare, con un’indagine degna di un Marlowe in salsa napoletana, è un commissario cupo e dall’aria dolente e dimessa: il commissario Crescenzo Criscuolo. Tanta ironia, tanta Napoli, la vera anima di questo bel libro che scende come un buon bicchiere di vino leggero e nel contempo frizzante. L’autrice immortala con un certo affetto e con il piglio del pittore di paesaggi la Napoli spagnola. Le descrizioni di quei luoghi oramai feriti restano impressi da Vico d’Afflitto a vico Santa Maria delle Grazie, da Via S. Brigida a Porta Nolana. Restano impresse le belle foto delle vittime e dei travestiti, i femminielli napoletani che da sempre hanno animato e animano le giornate di vicoli e le strade di una città che è nel contempo quartiere, borgata e metropoli. Costruita bene la figura del commissario schivo, con una fidanzata che lo comprende, un bravo investigatore che sa essere ironico e nel contempo abile ed efficace. Abiti dozzinali, ma alla moda, vicoli e metropoli, paesaggi mozzafiato e degrado, femminielli e loschi figuri, camorristi e gente per bene. L’autrice riesce a descrivere con parole semplici e immediate i contrasti di una città che amo definire eterna per le contraddizioni secolari che la contraddistinguono. Anche il nome del serial killer al di là della connessione con le piume o penne si addice con l’atmosfera creata: il pulcino. Una città chioccia, dove anche un criminale folle e pulcino nella sua pazzia è un pulcino rispetto ai mali di Napoli. Anche se ho capito subito da alcuni indizi il serial killer, il giallo è bello e mi è piaciuto molto. Grottesco a tratti romantico da allevatori di pollo sui tetti, da prostitute dal soprannome Lewinsky di clintoniana memoria, a vicoli che somigliano a un presepe, una città dove tutti sono sospettabili anche i più insospettabili, questo è Quattro piume per l’assassino. Ottima la scrittura, un ritmo che alterna giallo, a descrizioni poetiche e incisive. L’autrice ama Napoli e si vede. Belli i siparietti tra la mamma anziana di Criscuolo e della governante anch’essa non tanto giovane per colpa dell’aceto, ma non voglio raccontarvi altro correte a leggerlo.

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