Per una cipolla di Tropea

Imagedi Tonino Scala

Non servono centinaia di pagine per un bel libro. Non serve nemmeno il fascino della carta stampata, quando dietro uno scritto c’è una bella penna, un modo semplice e immediato, affascinante ed integrante anche l’elettronica deve lascia trasparire le emozioni e incolla alle pagine virtuali. Mi son regalato per il mio compleanno un bel lettore Kindle, per provarlo ho scaricato gratuitamente un ebook da Amazon: Per una cipolla di Tropea. Il titolo mi ha subito colpito. Non mi piacciono le cipolle, ma quelle di Tropea: dolci, deliziose… Nella tropeana, una tipica pasta con cipolle, tonno e parmigiano, sono squisite. Ero perplesso: il costo del mio primo libro formato mobi era zero. Quando trovi scritto gratis pensi che sia sempre una fregatura! Invece no. Il libro di Alessandro Defilippi è proprio bello. Un gran bel giallo, ironico, intrigante e scritto bene. Siamo il Liguria, in una Genova da amare in un tempo che fu. Anni cinquanta, case chiuse, prostituzione, doppie, lambrette, storie di partigiani, di armi e di liberazione. La ricerca di cipolle, di Tropea appunto, per una zuppa, una caponata per conquistare una donna. Poi una telefonata, un primo morto in una barca, poi due in un deposito di frutta… Ma non voglio raccontarvi tutto. La storia è scritta bene, incolla al Kindle, strano dire così per chi è abituato a leggere i libri tradizionali! Dovrò abituarmi ai tempi che cambiano, al portafogli che si assottiglia sempre più e ai libri da scaricare e non da acquistare in libreria. Resto un romantico, legato al colore della colla, sniffo le pagine, le osservo le sento, le palpo ma questo mio primo tradimento, grazie a questo bel libro ops ebook che mi ha senz’altro reso il nuovo corso più semplice. Resterò legato alla carta stampata ma non disdegnerò, con vezzo radical chic il Kindle e gli ebook. Per una cipolla di Tropea il libro di Alessandro Defilippi è da leggere, ve lo consiglio.

– Hanno due furgoni e una volta al mese scendono fino al Sud. Calabria, Sicilia. Caricano peperoncini, arance, melanzane, cime di rapa. E cipolle. Qui a Genova quelle di Tropea ce le hanno solo loro, ma pare che se le tengano perchè ce ne sono sempre troppo poche. Ci fanno i loro piatti. Ne vendono qualcuna al dettaglio, a gente che conoscono. –

– Se le tengono e se le mangiano.-

Anglesio rimase con la mano sospesa in aria, fissando la brace del sigaro. – Magari crude, con il pande.-

– Magari –

– Dove conservano la merce ?-

– In un deposito in vico della Lepre, vicino al casino … Con pardon, signor colonnello. Vicino alla casa di tolleranza, intendevo .-

– Quello di Zia Rina ? –

Il maresciallo annuì.

– E sei venuto fin qui per dirmelo ? Non potevi telefonarmi ? –

– Mi scusi, signor colonnello … –

Vercesi, pensò Anglesio, doveva avere la stessa faccia quando la Olga lo trovava con la testa nella dispensa.

– Allora ? –

-Mi son detto che se le avessi telefonato sarebbe partito subito per dare un’occhiata al magazzino anche se è notte e quella di notte non è una bella zona – Il maresciallo aveva parlato tutto d’un fiato. – Così … sono venuto per accompagnarla. –

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