Dimmi che credi al destino

di Tonino Scala

Luca Bianchini è proprio bravo. Dopo aver letto “Io che amo solo te”, che vedremo a breve sul grande schermo grazie ad una commedia di Marco Ponti, mi son messo alla ricerca dei suoi libri precedenti e mi sono appassionato a questa lettura leggera, divertente, quanto profonda e intensa. Nelle sue pagine traspare divertimento e passione, sono convinto che Banchini sia uno scrittore onesto, uno di quelli che butta giù le storie senza artifizi, così come le ha dentro grazie ad una grande abilità: è bravissimo ad acchiapparle nell’aria. Sì, perché le storie, come le farfalle, devi essere bravo ad agguantarle e una volta prese modellarle, giocarci divertendoti e soprattutto divertendo. Solo in questo caso non ti lasceranno, se non una gioia immensa. Dimmi che credi al destino non è ambientato in Italia se non alcuni capitoli nella parte conclusiva del libro, ma è un romanzo italiano. Nel senso che trasuda di bel paese in ogni parola, in ogni metafora, in ogni interpunzione. È difficile ripetere un successo, dopo “Io che amo solo te” e “La cena di Natale” poi… era quasi impossibile e invece… Luca Bianchini c’è riuscito! Pagine belle, ironiche, commuoventi, struggenti, romantiche e vaporose. Un romanzo ricco di aggettivi che vi consiglio di leggere. Non conosco Bianchini, ma dalla lettura dei suoi romanzi, non posso non riconoscergli una sorta di onestà intellettuale. Riesco a vedere dietro quegli scritti un bravo ragazzo, dall’animo buono, che ama la vita. Questo leggo tra le righe dei suoi libri e per questo apprezzo la sua scrittura, uno schiaccia pensieri atipico, con lui trascorrerete delle ore piacevoli, la sua compagnia vi renderà più leggeri. Come dicevo il romanzo è ambientato a Londra, ha come protagonista il tempio del libro made in Italy nella capitale britannica: l’Italian Bookshop. Personaggi inventati, come ci dice l’autore, che prendono spunto da persone in carne e ossa. Una di questi è Ornella una donna affascinate della quale mi sono innamorato perdutamente. La veronese, oramai trapiantata nella City, vuole lasciare nel cassetto, che a volte si riapre, la sua vecchia vita e ricominciarne un’altra. Per questo motivo parte e va a Londra. Qui con Clara gestisce la libreria templio, con un manifesto di un film di Nanni Moretti che domina una delle sue pareti e con dei pesciolini rossi, Russell & Crowe, che adornano il bancone. La crisi economica colpisce la cultura e anche la libreria inizia ad avere problemi. Il proprietario è deciso a venderla, Ornella un giorno decide di parlare con quest’ultimo e chiedere tempo: riuscirà a risollevare le sorti e far cambiare idea a quell’imprenditore! Chiede aiuto alla sua amica del cuore, che da Milano corre in suo soccorso: la Patti. Un personaggione senza precedenti che aspetta la morte della zia del marito per diventare ricca. Le due amiche mettono su un piano che passerà attraverso l’assunzione di un barbiere napoletano che lavora nel quartiere. Ci saranno molti stravolgimenti in quel luogo e nella vita delle donne protagoniste di questo romanzo bello e ironico. I fantasmi però come sempre ritornano e Ornella dovrà rimpatriare nella sua Verona, prima però…vorrei raccontarvi tutto, la storia mi ha preso, ma vi toglierei lo sfizio di leggerlo: è proprio una lettura da fare. Un consiglio prima di leggere il libro, se non sono riuscito a convincervi, andate in libreria, sfogliate le ultime pagine, date uno sguardo ai ringraziamenti, un romanzo nel romanzo … lo acquisterete di sicuro.

Buona lettura

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