C’era una volta…

Di Emilio Vittozzi

 

C’era una volta la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Italiano, il Partito Socialista Democratico Italiano, il Partito Repubblicano Italiano, il Partito Liberale Italiano, il Movimento Sociale Italiano…
Nell’arco di tempo giugno-settembre allestivano le varie feste: dell’Amicizia, dell’Unità, del Sole Nascente, dell’Edera, del Tricolore…
Personalmente ho “animato”, per oltre dieci anni, la “Festa di Liberazione”, organizzata dal Circolo “Enrico Berlinguer” del Partito di Rifondazione Comunista prima e di Sinistra Ecologia Libertà poi…
La festa era “studiata” a tavolino nei mesi precedenti: c’erano i dibattiti sulla politica nazionale e su quella locale, con la partecipazione di esponenti anche di altre formazioni; c’erano le serate musicali dedicate alla musica classica napoletana, alla musica napoletana moderna, alla musica italiana, alla musica latino-americana, al jazz, al rock; c’erano le serate del cabaret e del teatro napoletano.
Con contorno di stand dedicati all’editoria, all’artigianato locale, all’artigianato equo-solidale, a mostre di pittura, alla Protezione Civile, alla Croce Rossa Italiana…
Ricordo, ad esempio, di aver “presentato”, fra tanti altri, Daniele Sanzone e l’A67, Gennaro Lecora e gli Hiroshima, la G B Band Family, Alfredo Capello e i Dixno Hil, Ciro D’Acunzo e gli Spassatiempo, i Gipsy Fint, Lello Capano, Enzo Pannone e l’Associazione “Arnia Tetris”, gli “Ammesca Francesca”, Nello Esposito e la sua band, Luca Esposito, l’Orchestra Mirage, Ciccio Merolla…
Erano manifestazioni di popolo, momenti d’incontro per famiglie e militanti, discrete occasioni culinarie (i panini salsicce e friarielli con birra o fagioli alla messicana andavano via che era ‘na bellezza…).
Ora non c’è più nulla, niente di niente.
Questo perché non esistono più i partiti come una volta…
La militanza non esiste più e quelli che son rimasti sono… inguaribili romantici testardi!
La Festa, per costoro, era una vera e propria fatica: allestire gli stand, il palco, allacciare l’energia elettrica, montare i forni della cucina, sistemare i tavoli e le sedie, affiggere i manifesti per la città, pulire ogni sera l’intera area, ecc. ecc….
Molti, moltissimi prendevano le ferie personali dal lavoro per esserci o si impegnavano per la festa continuando a lavorare di giorno (come me): per “fare”, per trasformare il Paese, per liberarlo dall’egemonia della destra (qualunque sia stata), per una nuova cultura politica che cominciasse a disegnare un’altra società, che cambiasse in meglio la vita concreta delle persone.
Compagni e compagne che non volevano arrendersi, che credevano ancora in una grande forza progressista non-violenta piena di tutti i movimenti a sinistra di un PD sempre più immobile, sempre più “centrista”, sempre più impresentabile…
Compagni e compagne che gremirono la Villa Comunale di Portici per la mia presentazione del libro “Chi ha paura della muccassassina?” con l’intervista ad una spumeggiante e profonda Vladimir Luxuria…
Compagni e compagne che cantarono una “Bella ciao”, con una formazione musicale formata da napoletani e percussionisti peruviani e senegalesi, per oltre trenta minuti, con la mia introduzione di “Alla bandiera rossa” di Pier Paolo Pasolini…
Non è un racconto modificato dalla nostalgia ma un tristissimo ricordo di una primavera che è diventata subito autunno e poi inverno…
Io? Tu che mi leggi devi sapere che “Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai” (cit. Francesco de Gregori).

 

EMILIO VITTOZZI

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