Recensione Marina Indulgenza di Buona fine e buon principio

tratto da Metropolisweb scritto da Marina Indulgenza

In una Napoli in cui è difficile vedere la linea netta di demarcazione con New York o con Pechino, la gente si riversa nelle strade, eccitata, in preda ai preparativi per l’ultima notte dell’anno. E in questa frenesia prendono forma varie figure che danno origine a una sorta di romanzo corale dal titolo “Buona fine e buon principio”, l’ultimo lavoro di Tonino Scala, politico, giornalista e scrittore, edito da Cento Autori per la collana “narratopoli”. Sono uomini e donne di Napoli e della sua provincia che altro non è che un prolungamento, una costola della città. Uomini e donne ritratti nella loro quotidianità che si trascinano un bagaglio fatto di speranze, di ansie, di frustrazioni che si intrecciano con i pesi e le frustrazioni della città stessa.

 Con una narrazione che per certi versi ricorda le inquadrature proprie del cinema, partiamo, pochi minuti dopo la mezzanotte del 31, dal box 18 del mercato del pesce di Torre Annunziata, “zona da evitare tutto l’anno, ma non il 31 dicembre”, dove lavora il giovane Peppe, che è così bello che tutti lo chiamano Costantino, come il tronista di Maria De Filippi, mentre la radio trasmette l’ennesima notizia di una Napoli che brucia per l’emergenza rifiuti. L’occhio panoramico del narratore si posa poi sulla caffetteria Mareluna a Napoli sul corso Garibaldi, meta del caffè notturno per i giovani studenti, per spostarsi in Via Carducci, nella casa di Domenico e Cinzia, una giovane coppia alle prese con la febbre alta del bambino fino ad arrivare al lotto 9, abbascio ‘o Bronx, dove il tredicenne Catello spaccia sotto la statua di Padre Pio.

Ritorniamo poi nella provincia, dove incontriamo luoghi e personaggi volti a comporre questo puzzle di situazioni e di emozioni: il Camping Paradise di Pompei, che accoglie una coppia innamorata da tre mesi, quella formata da Riccardo e Maria, e una coppia clandestina, quella di Andrea e Claudia. Ci troviamo poi in autostrada, nel camion guidato da Totore, che sta andando a Bari per un lavoro, ma che in realtà sta scappando ancora una volta da una moglie che non lo ama e dai figli che gli succhiano solo soldi. E come Totore, anche Pasquale passerà l’ultimo dell’anno fuori casa, accanto alla Fiat Ritmo Sport Wagon carica di fuochi artificiali illegali che vende con il controllo della camorra.

 Le ore si susseguono e la fine dell’anno si avvicina sempre più fino a quando la notte si illumina a giorno e le tenebre svaniscono, perché “Il 31 dicembre è un passaggio: la chiusura di un periodo, di una fase, di una porta, di un’altra fase, di un altro periodo […] Come tutti gli inizi deve riemergere dal caos; caos che è rottura, frantumazione […] da cui però si trae, si conserva, eliminando ciò che è vecchio, premiando ciò che è eterno”.

28/04/2012 MARINA INDULGENZA

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