Quando il tifo è solidarietà

di Emilio Vittozzi

La storia che Vi voglio raccontare è la vita di tante e tante persone che non appaiono in televisione, nè sui giornali. Eppure esistono. Eccome se esistono. Solo che i mass media rivolgono la loro attenzione, accendono i riflettori, solo su cronaca negativa, non su quella positiva. Questo perché il male fa più notizia del bene: un albero che si abbatte fa più rumore di una foresta che cresce…

Detto ciò, passo oltre cercando di essere più chiaro possibile. Odio l’Ermetismo, ovverosia quella corrente di pensiero che esalta il valore poetico assoluto della parola, risultando oscura, incomprensibile. Mi domando come si possa descrivere un legame, una concatenazione di circa 40 anni in poche righe.

Da sempre l’Uomo ha passioni di vario genere, tra cui quella per una squadra di calcio. Per cui è capace di ogni sacrificio, economico e fisico, ma che non vuol dire, assolutamente, violenza.

Dal lontano 1975 a Napoli e in Campania si coniugano tifo per l’Inter e passione, pregna di Valori quali l’Amicizia, la Socialità, la Solidarietà.

Il tifo per l’Inter quale efficacissimo pretesto per allacciare relazioni inter-personali, per stare piacevolmente insieme a tanta gente, per fare del “bene” agli altri. Questo, in estrema sintesi, il leit-motiv che ha sempre animato gli aderenti agli Inter Club di Napoli e della Campania, che per l’Anno Sociale 2013/2014 erano ben 54 (con 5 di fresca costituzione!). Uomini, Donne e bambini “vivi”, veri, autentici, passionali, che pagano una quota di iscrizione, sostengono il proprio club, “vivono” la partita della Beneamata dal vivo o tramite paytv. Per tutti costoro la storia della loro partecipazione al club non è soltanto la vicenda di un tifo ma una vicenda che è entrata profondamente nella loro vita: il club non è stato mai soltanto un luogo di ritrovo di tifosi (come potrebbero essere le attività commerciali in cui si trasmette la partita), ma un posto dove incontrare persone con le quali condividere una passione

in maniera anche propositiva e costruttiva.

Da qui la realizzazione di iniziative come la “adozione a distanza” di bambini del Terzo Mondo, la donazione di sangue, la raccolta di indumenti ancora utilizzabili per chi ne ha bisogno, serata musical-teatrali in case di riposo, orfanotrofi ed ospedali, tornei di calcio, di calcetto, di dama, di scacchi, di scopa, di scopone, di scala 40, di burraco, di subbuteo, di calciobalilla, di pingpong, mostre di fotografia, di pittura, di scultura, momenti per ricordare chi non è più fra noi, gare gastronomiche, escursioni, ecc. ecc….

Eppure difficilmente i mass media parlano di queste meritevoli Iniziative. L’attenzione è rivolta solo a Genny ‘a carogna ed ultrà vari, di qualunque squadra siano…

A corredo di quanto scritto, si può portare ad esempio la storia di M.C. che, pubblicamente, un dì affermò “Se non avessi frequentato l’Inter Club avrei fatto il salto nel… terrorismo!”.

Ed allora di cosa vogliamo parlare ancora?

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