MALEDETTO COVID, NON CI FERMERAI…

di Emilio Vittozzi

Le restrizioni, questa volta, non sono di carattere economico ma sono imposte dal maledetto Covid 19.
L’anno scorso festeggiai il mio 62° Compleanno al Cral della Circumvesuviana con la presentazione del libro “Pastorale Vesuviana” del mio fraterno Amico Tonino Scala, musicalmente supportato dalla voce e dalla chitarra di Alberto D’Angelo e dal clarinetto di Pasquale Ciniglio.
Quest’anno ne compio 63 ed in quest’arco di tempo son succeduti tanti episodi negativi, colpa del Covid 19: son scomparsi vari Colleghi, Amici e conoscenti, anche più giovani di me…
Ho timore di telefonare perché ho scoperto persone ricoverate in ospedale ed altre appena dimesse, sempre per il Covid 19.
E c’è ancora chi afferma che non esiste…
Quindi festeggerò il mio compleanno in maniera assai sobria, quasi “asociale”, senza amici come, invece, feci per il mio 53° a Benevento o il 59° a Giugliano.
Ma come sempre mi capita in queste occasioni, ma anche a Natale, a Pasqua, a Sant’Emilio (28 maggio), mi soffermo, a riflettere su di me e sulla mia vita, in particolar modo dell’ultimo anno…
Credo di poter affermare che sono sempre lo stesso (e non parlo a livello fisico…): sono sempre tifoso dell’Inter (ed amo sempre i giocatori “operai” come Gianfranco Bedin, Mario Bertini, Gabriele Oriali, Giampiero Marini, Nicola Berti, Esteban Cambiasso, Nicolò Barella), continuo sempre ad amare le canzoni di Lucio Battisti, di Pino Daniele, di Pierangelo Bertoli, di Francesco Guccini, dei “Nomadi” (anche se quella che mi rispecchia di più è “L’istrione” interpretata da Charles Aznavour, Renato Zero o Massimo Ranieri), amo sempre San Giovanni Bosco (il “prete rosso”) e questo Papa, leggo sempre con estremo piacere Tonino Scala, Peppe Lanzetta, Maurizio de Giovanni, don Tonino Bello, Massimo Gramellini, Luciano De Crescenzo, Francesco Paolo Oreste, Carmine Spera, Mauro Oropallo, “la Gazzetta dello Sport”, “il Manifesto”, a credere in una Società multiculturale ed antirazzista, senza rigurgiti nazifascisti, dove si rispetti la persona al di là della sua razza, del suo credo politico-religioso, dei suoi gusti sessuali…
Dunque ho 63 anni, Autoferrotranviere dell’Ente Autonomo Volturno, in forza presso l’Infopoint della Stazione di Montesanto “Petru Birladeanu” a Napoli.
Parafrasando “A modo mio” della “divina” Patty Pravo, posso affermare che anch’io ho avuto bocconi amari, anch’io li ho saputo sputare fuori (investito da un’auto ho avuto la frattura del capitello radiale destro e la triplice frattura malleolare destro, un infarto, un edema polmonare conclusosi con l’installazione di un defibrillatore automatico biventricolare sostituibile ogni 5 anni…).
Credo che basti mò, no?
Comunque ringrazio Dio per i miei figli Gabriella ed Emanuele, i miei nipoti Laura e Pietro (figli di Gabriella), mia madre novantunenne, i miei parenti, i miei amici (di tifo, di partito, di sindacato, di parrocchia), il mio lavoro, invitandoLo a “custodire il mio cuore ballerino”.
E come affermava mia nonna Raffaelina: “Emì, ‘a Maronna t’accumpagna!”…
Con la viva speranza che San Siro accompagni la Beneamata…-

EMILIO VITTOZZI

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