MalaPolitica e il dibattito si sposta sulla città delle acque.

MalaPolitica e il dibattito si sposta sulla città delle acque.

Tonino Scala: La Buona politica è figlia del coraggio. No al dialogo con chi ha conflitti di interesse sulle aree dismesse della città

 

Si è tenuta ieri sera presso la libreria Mondadori di Castellammare, nel complesso Stabia Hall, la presentazione del nuovo libro di Tonino Scala MalaPolitica Vent’anni di inciuci, collusioni e misteri edito dalla coraggiosa casa editrice cento autori. Hanno partecipato oltre all’autore il giornalista Roberto D’auria e l’avv. Antonio Pannullo già consigliere  comunale del Pd nella precedente consiliatura. Venticinque storie di normale quotidianità per raccontare due decenni di storia del Sud. Storie di uomini e di donne, di politica e di malapolitica, di uno Stato che non c’è e di una camorra che si è infiltrata ovunque: nelle consorterie del malaffare, nei gangli dell’economia e anche nelle stesse istituzioni. Storie vere, intrise di disperazione ma anche di speranza, il cui comune denominatore è rappresentato dalla regione in cui sono state partorite: la Campania. Un pezzo d’Italia che una “certa” classe politica e “certi” politici hanno dapprima depredato e poi quasi ucciso, approfittando di un processo di sviluppo distorto, che ha creato solo sacche di disagio e malessere. Una narrazione dei nostri tempi, che bussa alla porta in una società che ha bisogno di un nuovo alfabeto, meno indecente e meno osceno di quello che abbiamo conosciuto nel corso di questi ultimi vent’anni. Ma, al tempo stesso, anche uno straordinario atto d’amore scritto da un comunista impenitente, nato nello stesso anno in cui la Corte costituzionale dichiarava illegittime le norme del codice penale che impedivano lo sciopero politico. “Leggere il libro di Tonino Scala e’ un tuffo nel passato, recente e non, ma anche un grosso campanello d’allarme per la classe dirigente di oggi e di domani”. Inizia così l’intervento dell’avv Pannullo che ha proseguito:” Oggi in presenza di un vuoto politico, la commistione tra camorra e politica , tra affari e politica, tra pseudo imprenditori e politica e’ il rischio più grave. Il monito va a chi come noi e’ protagonista di alcune scelte che decideranno il futuro della nostra città , della nostra regione , del nostro paese. Ma non trascurerei anche i destinatari di queste scelte, i cittadini, e’ ora di riprendersi il proprio futuro, e’ ora di riprendersi la dignità e l’orgoglio della partecipazione, e’ ora di scegliere tra incantatori di serpenti e persone serie ed affidabili, e’ l’ ora di pensare di lasciare una speranza alle generazioni che verranno, a noi l’hanno irrimediabilmente bruciata”. Il giornalista Roberto D’auria che ben conosce Tonino e i suoi libri ha provato a spostare il tiro sulle vicende nazioni, sul voto politico e sulla città di Castellammare che andrà a breve al voto. Nel corso della presentazione interessante confronto tra quest’ultimo, esponente politico di SEL, e Antonio Pannullo, ex consigliere comunale del PD. I due hanno parlato della posizione dei democratici di aprire ad Italia Futura Stabiae. Scelta che ha causato la rottura tra i due partiti di centrosinistra. Mentre per Pannullo il centrosinistra doveva aprire ai singoli consiglieri comunali che hanno amndato a Bobbio, Scala è stato categorico: “il Pd quando apre a IF forse dimentica di aprire al più grande conflitto d’interesse presente in città. Con gli imprenditori si parla ma le linee, le regole le detti la politica. Mi ha fatto male sentire quelle parole da parte del mio amico Nicola Cuomo. Bisogna ritornare al primato della politica”. Pannullo che ha precisato di parlare a titolo personale ma su questo punto ha convenuto con Scala. Poi il dibattito tra i due è ritornato sulla politica in generale e sul libro: ”La Buona politica è figlia del coraggio. Fino ad oggi in Italia l’impulso ai cambiamenti politici è venuto dalla paura.  Fu per timore della nascente affermazione dei partiti di massa che si ebbero le grandi riforme del primo dopoguerra, per reazione a questa paura che si affermò il fascismo, per paura di rivolgimenti di pezzi deviati dello stato o dell’eversione, che nacquero i governi di ‘solidarietà nazionale’ (con la partecipazione del PCI), per timore dell’azione delle procure italiane che venne sancita la fine (almeno formale) dei partiti protagonisti della prima repubblica. Nel mio libro Mala Politica ho voluto raccontare alcune ‘microstorie’ di personaggi di questo clima e di questa politica, nel contesto della mia terra. Storie che prese singolarmente o messe assieme dimostrano come questo impasto di paure, convenienza, compromessi, piccoli e grandi interessi particolari, abbia dato vita a frutti avvelenati. Il consenso ricevuto da alcuni dei politici di cui parlo nel mio libro non è figlio solo di collusioni con la criminalità organizzata ma anche di questa paura del cambiamento, di perdita di piccoli privilegi o benefici. Chi ha sempre creduto nella politica come strumento di mutamento delle condizioni di vita dei cittadini e non di gestione del quotidiano, ha il dovere di interrogarsi sul momento che viviamo, in città come nel nostro paese. Ha il dovere di porre come punto di partenza per il rinnovamento della politica e la rottura di collusioni oscure il coraggio. Il coraggio di darsi nuovi obiettivi, nuovi metodi di dialogo e di ascolto dei bisogni dei cittadini, il coraggio di riformare o innovare ciò che non può essere lasciato come prima, anche se in quelle nicchie ci si è sistemati comodamente. Quello stesso coraggio che fu dei nostri bisnonni e dei nostri nonni che, dopo la terrificante esperienza del fascismo, si sedettero insieme per scrivere la Carta Costituzionale. Oggi i cittadini stabiesi e quelli italiani ci chiedono coraggio: e lo chiedono nel modo più dirompente, dimostrando che non esistono attori e ruoli insostituibili, ma che una domanda di cambiamento e la protesta possono coagularsi in misura massiccia attorno ad un movimento alla sua prima prova elettorale nazionale. L’esperienza di questi anni di militanza mi ha insegnato che la ‘buona politica’ si trova in un luogo ove si incontrano principi morali e senso di responsabilità verso i cittadini. Ogni scelta che non verrà ispirata da senso dei principi e senso di responsabilità verrà – a torto o ragione – interpretata dai cittadini come una manovra di palazzo dai contorni non chiari o, peggio, come mala politica. Chiarezza, coraggio, senso di responsabilità nelle scelte quotidiane, competenza ed onestà è ciò che i cittadini chiedono. A questo ennesimo appuntamento per la città non possiamo mancare”.

 

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