La politica e la ricerca disperata del consenso

12805758_10204211413766109_4294904276399319866_ndi Tonino Scala

La vicenda, che ha visto indagato per concorso esterno associazione camorristica  il presidente dell’assemblea regionale del Pd, Stefano Graziano, rappresenta l’ultima pagina di una lunga serie di episodi. I quali, messi uno dietro l’altro,  perdono ogni presunto carattere di eccezionalità, di evento isolato, tale da far provare solo un giustificato imbarazzo come ha affermato qualche dirigente del Pd. Acquistano invece il carattere della sistematicità. Perché non indicano una infezione isolata, una mela marcia o una criticità, come si direbbe con asettico termine burocratico, ma la malattia e la degenerazione  del sistema politico e del partito che con Renzi, l’uomo che associato Verdini alla maggioranza di governo, ne è diventato il baricentro. Un partito che incarna di per sé oggi, in Italia, la questione del potere. In modo particolare al sud. Un partito che ha  eletto a sistema il trasformismo in un Parlamento eletto con una legge incostituzionale. E però  ancora prima ha largamente praticato quel metodo sui territori meridionali e nel modo più spregiudicato possibile, utilizzando gli stessi discutibili sistemi e spesso ha integrato nelle proprie file lo stesso sottobosco politico e amministrativo.

Cosa rappresentano la vicende che hanno visto coinvolti negli anni  tanti esponenti politici del Pd, compreso qualche celebrato protagonista dell’antimafia, se non questa commistione tra politica e affari, questa ricerca disperata di consenso senza farsi troppi problemi su chi si imbarca? C’è bisogno di molti voti e  molti soldi per fare politica in questo modo. Chi più delle organizzazioni criminali può vantare forza e  potere, e dunque voti e  denaro? Oggi camorra, mafia significano camorra e mafia imprenditrice. Zagaria, i casalesi questo sono stato. Per condurre in porto i propri affari hanno avuto bisogno di un’interfaccia politica.  E non è possibile che chi fa politica non sappia, non veda. Tutt’altro. E’ invalso un modo di fare politica che, al sud, sceglie di ignorare la natura dei propri interlocutori fino a diventare connivente con la criminalità. Si consegna così la politica  a una zona d’ombra e perciò rimane, come dice bene Roberto Saviano, indifesa di fronte a queste infiltrazioni, incapace di stanarle e di combatterle.

Purtroppo non cambia il quadro il fatto che ci siano tante donne e tanti uomini che nello partito dei capobastone e dei collusi incarnano il valore dell’onestà e del disinteresse, lo spirito del bene comune. Ci sono, certamente, ma sono in grado di fare la differenza? Hanno davvero potere? Purtroppo no. Sono una utile decorazione da esibire quando le cose si mettono male. Non sono considerate – ancora una volta ha ragione Saviano- vere risorse per produrre una discontinuità, un rinnovamento etico e politico. Innanzitutto perché non sono detentori di pacchetti di tessere e di voti. Molti, del resto, stanno semplicemente tornando a casa, ammutoliti dallo strapotere dei notabili.

Questo è il quadro drammatico che abbiamo di fronte. Un quadro che richiederebbe una cesura, una risposta netta. Un distacco dai metodi e dai protagonisti di una stagione che sta diventando mefitica, chiusa com’è tra una realtà cupa e senza apparenti vie di uscita e una propaganda dispensata senza riguardo per la realtà. Una risposta che richiede coraggio e va data subito. Senza tentennamenti, senza dilazioni nel tempo affidate a riscatti futuri. Impossibili, perché impediti da rapporti di forza soverchianti, se non prodotti da un distacco, una presa di distanza netta e visibile.

Come ci si può alleare con questo Pd in provincia di Caserta quando i suoi massimi esponenti sono toccati da inchieste sulla criminalità e quando buona parte del partito in quella provincia è riconducibile alla filiera di quei personaggi? Come si può pensare che possa essere questo partito un partner politico affidabile sul terreno della legalità e della trasparenza amministrativa, se non fa della capacità di selezione in  base ai principi dell’etica e della differenziazione dai tanti micro partiti affaristici che si muovono sul terreno della politica,

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