Il centrosinistra all’unisono: Dimissioni Bobbio, destino ineluttabile

Il Sindaco di Castellammare di Stabia on.le Luigi Bobbio si è dimesso. Una crisi politica e amministrativa che si trascina da ormai circa un anno è arrivata al suo ineluttabile destino. La maggioranza non c’è e non c’è stata in tutte le ultime sedute consiliari paralizzando completamente la vita amministrativa e con essa il confronto politico in città. Tale impasse ha creato ritardi penalizzanti per tutte le realtà produttive in crisi in città. Le terme sono al collasso, Multiservizi vive una crisi endemica risultando ormai esclusivamente un contenitore di clientele e consulenze inenarrabili, Stabia Porto una chimera per la salvezza dei lavoratori, l’Avis ancor oggi in attesa di un progetto di condivisione con lo sviluppo della città ed in grado di salvaguardare la realtà occupazionale. Fincantieri, poi, fallita miseramente la tanto decantata filiera istituzionale, vive il suo destino sulle gambe dei lavoratori e soprattutto di quelle forze politiche responsabili che puntano alla realizzazione del bacino di costruzione e all’individuazione di una mission produttiva per il sito stabiese.

Sindaco  dimissioni, prima ancora della sua maggioranza, evidenziano il suo personale fallimento!!! Lei era a capo di una maggioranza uscita dal voto del 2010 forte di 19 consiglieri, che dopo meno di una anno passa a 21per effetto dello  spostamento di due consiglieri dell’opposizione.

 Oggi senza i due eletti nel centrosinistra, la sua maggioranza sarebbe ridotta,lei compreso, ad appena 14 consiglieri.

In due anni e mezzo abbiamo assistito al valzer degli assessori, (6-8 dimissionari, tanto che abbiamo perso il conto), dei Consigli di Amministrazione, dei Manager e dei direttori delle società Partecipate. Anche nel caso delle società del Comune in così pochi mesi sono state dimissionate, av  10 persone, perché i posti servivano e servono per accontentare gli  amici.

 Gli Amministratori di Sit e di Terme sono dimissionari e lei, nonostante la grave crisi delle Terme, non li sostituisce perché devono rientrare tra gli oggetti del mercato della miserabile spartizione clientelare, da lei messa in campo per tentare di rimettere in piedi una maggioranza risicata.

Questi sono i veri numeri del suo fallimento.

 Nella  lettera non spiega alla città perché la sua maggioranza si è liquefatta.

E’ accaduto perché lei aveva messo in campo un progetto di rinnovamento e ha incontrato resistenze?

  Lo chiarisca alla città.

O è accaduto invece che lei senza un programma,ma   portatore invece di metodi vecchi e clientelari,è  apparso subito poco credibile nella veste dell’ uomo tutto d’un pezzo che lottava per stabilire ordine e legalità.

Ha alzato su questi temi un grande polverone, ma poi come sempre i nodi vengono al pettine e dopo due anni e mezzo non ha potuto più nascondere i suoi fallimenti.

 Pensa ancora di continuare con la storiella che quando i consiglieri sostengono lei sono da apprezzare e se la pensano diversamente diventano poco seri, o peggio ancora amici della camorra? Tema e problema serissimo e drammatico quello della camorra  che soffoca la città, e che lei utilizza a sproposito e in modo strumentale, paventando che senza la sua presenza non ci sarebbero le energie sufficienti per condurre questa lotta.

 La lotta alla camorra va condotta e senza tentennamenti e in modo limpido, coerente, determinato e mettendo in campo un vasto fronte unitario.

 La verità è che lei non accetta che alcuni consiglieri comunali di maggioranza le abbiano detto NO, non siamo più d’accordo a proseguire con annunci, senza scelte coerenti, con  consulenti suoi amici che sprecano le risorse della città.

 Chiunque la pensa diversamente da lei diventa un nemico da abbattere . E’ stato così per i lavoratori in lotta e da ultimo anche per i comitati che si sono battuti contro la soppressione della tratta ferroviaria e per lo stesso Assessore regionale Vetrella del suo stesso schieramento politico.

 Divisioni e odio, questo ha seminato in città pur di lavorare al suo unico obiettivo: rifarsi una immagine per poter ritornare in Parlamento.

E per ottenere questo ha sacrificato e strumentalizzato tutto e tutti.

  E  utilizza i gravi problemi che ci sono a Castellammare e lo spettro di un’ eventuale venuta di un commissario per paventare il rischio che si interrompa il processo virtuoso messo in campo da lei.

 Certo

ci vuole una bella faccia tosta a fare queste affermazione e lei indubbiamente ce l’ha  se ha avuto il coraggio di attribuirsi il merito di aver ristrutturato la Reggia di Quisisana.

 Sindaco, Lei prima ancora di diventare primo cittadino di questa città, ne è stato Senatore della Repubblica e ne conosceva uomini e donne, ne conosceva carriere politiche, vizi e virtù, al punto di farne anche oggetto delle sue iniziative parlamentari,tuttavia ha pensato bene di coniugare di tutto di più, creando al suo fianco una gioiosa macchina da guerra di undici liste, che si è impantanata sin dal primo giorno, anche per la sua palese incapacità a guidare ,su un terreno positivo e utile per Castellammare,la maggioranza uscita dal voto.

 Lei ne ha approfittato, invece, invadendo Castellammare di professionalità forestiere che si sono succedute con il medesimo esito infausto, alla guida delle partecipate di quest’amministrazione o addirittura all’interno della sua giunta. Due per tutti, Mamone e la Romano saranno ricordati negli anni in questa città come gli amministratori più inefficaci ed inutili della storia stabiese. Ne ha approfittato concedendo consulenze a destra e a manca sperperando denaro pubblico in spregio, oltre che alla spending rewiew oggi tanto di moda, quanto ad una crisi sociale imperante a Castellammare.

 Certo, si è superato con la consulenza De Vita, purtroppo, suo testimone di nozze e capo di una cabina di regia inesistente, che non ha prodotto uno straccio di atto, capace solo di fagocitare denaro pubblico, circa mezzo milione di euro, cifra scandalosa degna dei migliori scandali assurti alle cronache giudiziarie degli ultimi tempi. Che dire poi della sua fida scudiera, la Dott.ssa Immacolata Di Saia, citata in atti  giudiziari legati al clan dei Casalesi per il suo legame con il Sindaco di Casapesenna, Fortunato Zagara, oggetto di provvedimenti della DDA.

 Anche su questo terreno ha fallito, il terreno a Lei tanto caro della legalità. Ha lanciato strali all’atto del suo insediamento facendo riferimento alle prescrizioni prefettizie conseguenti alla commissione d’accesso. Ebbene al vaglio della magistratura a cominciare dalla vicenda chalet e per finire alla questione dei dirigenti, la scure non si è abbattuta sui ” presunti colpevoli”. . E a dispetto non solo della legge ma anche del buongusto usava le partecipate del Comune per consentire agli amici degli amici di avere un posto di lavoro in Terme piuttosto che in Multiservizi.

Il caso del suo autista assunto in Sint, del parente di DeVita alla Multiservizi, sono emblematici ma la ciliegina, a dispetto dei tanti disoccupati stabiesi, è stata l’assunzione di un consigliere comunale transfugo, eletto nelle fila dell’opposizione e passato in maggioranza premiato con l’assunzione in Multiservizi.

Ha parlato di Piu’ Europa a ogni piè sospinto e oggi a distanza di due anni cosa ci ritroviamo, solo progetti precedenti ormai acquisiti al patrimonio di questa città. Nulla di nuovo, non un solo passo in avanti. Gli imprenditori, lo sappiano, due anni e mezzo sono stati persi rincorrendo oggi, una variante, domani un masterplan, dopodomani un ridisegno complessivo della zona est di Castellammare giammai partorito.

Oggi ricerca un terreno comune con la sua maggioranza desaparecido. Sindaco, la maggioranza politica, quella che l’ha votata due anni fa non c’è più. La storia di questo paese e di questa città è cambiata totalmente. La sua filiera non c’è più. Certo Le resta una speranza numerica, aritmetica, quella di mettere in fila sedici soldatini che vanno a votare il bilancio ma speriamo che non scenda su questo bieco terreno, del mercimonio politico, del mercato del voto, non Le farebbe onore. Un’operazione del genere disilluderebbe anche quei pochi che hanno creduto nella sua millantata operazione legalità.

 E’ il momento di staccare la spina, di porre fine a questa interminabile agonia che già dura da mesi.

E’ tempo di ridare la parola agli elettori.

Noi siamo pronti a lavorare per costruire uno schieramento aperto, utilizzando anche strumenti nuovi, a partire dalle primarie,  per definire il programma e scegliere gli uomini e le donne , con tutte le forze politiche e con le energie positive presenti nella nostra città  che abbiano l’obbiettivo fondamentale di segnare una svolta nel modo di fare politica e di amministrare la Nostra Castellammare.

Antonio Pannullo       capogruppo PD

 Mariarita Ciliberto     capogruppo SEL

 Maurizio Apuzzo       capogruppo IDV

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