Febbre A 90° -Fever Pitch

Notte calda, notte insonne, notte d’estate. L’Italia non regala medaglie, e non solo alle olimpiadi. Caldo e mal d’estate misto ad una fottutacazzodifebbre che non vuole passare. Brutta l’estate con la febbre, peggio ancora quando in teoria sei in vacanza. Notte insonne tra caldo e cattivi pensieri mentre il sudore scende. Per fortuna Sky canale Cult da un bel film: Febbre a 90 gradi. Mai titolo fu più appropriato alla mia condizione fisica! Sembrano novanta gradi sono appena trentottoemezzo ma sto caldo sfinisce! Calcio oppio dei popoli. Calcio che è amore, calcio che è vita. Bel film Febbre a 90° (Fever Pitch) è un film del 1997 diretto da David Evans, tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby. Storia ambientata in Inghilterra ma potrebbe essere ambientata in qualsiasi città dove si vice per il calcio, si muore per il calcio, dove il pallone rappresenta il riscatto di un popolo. l’Arsenal di George Graham come il Napoli di Diego Armando Maradona. L’Arsenal del 1988-1989 come il Napoli dello stesso periodo((1987-88). Con una differenza alla fine il Napoli si farà battere dal Milan di Gullit e Van Basten, l’Arsenal supererà il Livelpool e diventerà cmpionee d’Inghilterrra. Gradevolissima commedia, Febbre a 90° è una storia d’amore a tre, dove l’eterna rivale sono undici ragazzotti muscolosi testimoni di un sogno, ma, soprattutto, un film sul calcio che non parla di calcio se non in modo marginale, o, almeno, non lo rappresenta. Niente attori sgambettanti o calciatori declamanti, quindi, ma obiettivo puntato sulla folla dei sostenitori, con le loro stranezze, i rituali scaramantici, le frustrazioni tipiche di chi del tifo ha fatto il proprio modello di vita. Un film per gli amanti del calcio, che non potrà non coinvolgere, con la sua freschezza, anche chi di calcio, o di sport in generale, non si interessa, riuscendo comunque ad immergere totalmente lo spettatore nell’atmosfera emotivamente carica della grande sfida finale, quello storico Liverpool – Arsenal che riviviamo, attraverso uno schermo televisivo, con i campioni di allora. Calcio e teppismo, Hooligans e il 15 aprile 1989, la strage di Hillsborough, in cui perdono la vita molti tifosi del Liverpool. Questo evento disgusta la compagna di Paul, che vorrebbe allontanarlo dal mondo del calcio. In seguito, Paul scopre che Sarah è rimasta incinta: a questo punto capisce che oltre il pallone c’è un mondo «che non si ferma a maggio e riparte di nuovo in agosto» e che ci sono cose che non si possono ignorare. Al cuore non si comanda, ed ancor meno quando l’oggetto del desiderio ha la forma sferica di un pallone, viene fatto rotolare su di un campo d’erba falciata di fresco ed i suoi paladini sono undici uomini in calzoncini corti resi differenti da tutti gli altri dalla maglia che indossano. Fedele alla squadra più che alla propria donna, rispettoso di un dogma imponderabile ed indimostrabile che rende la sua dedizione equiparabile a quella nei confronti della religione, il tifoso di calcio, quello pacifico e contrario ad ogni forma di violenza, è un novello martire del nostro tempo, un amante frustrato e spesso tradito, pronto a sacrificarsi costantemente per i suoi colori, a soffrire per un’intera stagione nella speranza di tagliare un traguardo quasi sempre irraggiungibile. Il protagonista si chiama Paul Ashworth nella vita è il famoso attore Colin Firth in una bella interpretazione. Bella storia, belli i protagonisti mi ripropongo di leggere il libro. Di solito faccio sempre il contrario, questa volta no. Al ritorno a Napoli, sempre che passi la febbre lo prendo lo leggo e vi terrò informati. Speriamo che lla febbre passi in fretta!

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2 Commenti

  1. Avete un gran bel blog qui! Sareste disponibili per uno scambio di post? parlo di guest blogging… ho un blog che tratta di argomenti simili, vi ho inviato una mail per scambiarci i dati. Grazie ancora!

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