Era il 2005 … ancora tutto tremendamente attuale

Ho ritrovato una lettera che il quotidiano Repubblica mi pubblicò nel 2005. Era una nota in risposta ad una ballata del mio Peppe Lanzetta. Si mio perché ciò che scrive, ciò che dice, ciò che vomita, lo sento mio. Ve la ripropongo:

Ascoltiamo il canto di Peppe Lanzetta

2 giugno 2005 Repubblica, Tonino Scala Consigliere regionale

 Canta Peppe Lanzetta, nel suo articolo del 27 maggio, partendo da Scampìa e dai quindici milioni di euro partiti da Bruxelles, che serviranno solo ad arricchire qualche associazione. Canta Lanzetta partendo da Scampìa, ma rappresentando ciò che accade a Napoli e nel Sud. Canta le storie di Totonno, Ciruzzo, e Annarella che sono gli stessi a Scampìa, Torre Annunziata, Castellammare. Canta Lanzetta, mentre si dà una tangente per bypassare una lista d’ attesa al Cotugno. E dov’ è la novità? Canta Lanzetta il disagio di un popolo, canta «pè dispietto» mentre per tutti, nessuno escluso, il tema del giorno è la festa di Sandra e Clemente a Ceppaloni. Del resto cos’ è la politica? Una fiction? Dal 1993 governiamo Comuni e Provincia, da cinque anni anche la Regione e ci candidiamo anche a governare il Paese. Scampìa è sempre Scampìa, lo sarà anche in futuro? Ascoltiamo il canto di Lanzetta. Riportiamo al centro la politica e le vite di Totonno, Ciruzzo e Annarella,. Lasciamo da parte i giochi, gli accordi, gli inciuci, mentre nei quartieri si continua ad ammazzare e nelle 167 spuntano come funghi i supermercati della droga. Lasciamo che Peppe Lanzetta continui a cantare ma una Napoli diversa. Sono pronto a fare la mia parte.

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