E le chiamano carceri

21 anni è l’incapacità di sopportare ancora
Alessandro ha deciso di togliersi la vita impiccandosi nella sua cella di San Vittore
Alessandro era in carcere in attesa di giudizio
Un ragazzo accusato di violenza sessuale e molestie ai danni di alcune ragazze minorenni
quattro mesi in cella, non riusciva più a sopportare le continue violenze e i pestaggi degli altri detenuti
sabato sera, al termine di una seduta psichiatrica, ha deciso di suicidarsi
Alessandro è il decimo che dall’inizio dell’anno ha deciso di togliersi la vita
E le chiamano carceri
So’ mastrille, so’ gabbie per polli di batteria
D’estate fa caldo, d’inverno fa freddo
In otto metri quadri  dormono, mangiano, cacano e pisciano in otto, in dieci
E che so bestie! Ammassati uno sull’altro come sacchi di patate
E le chiamano carceri
Ma non son frequentate da boss, pericolosi criminali, chille stanne ‘a fore, al 416 bis, in isolamento
So’ poveri cristi, immigrati, drogati, in attesa di giudizio, piccoli reati
È vero sempre reati sono ma mica devono stare uno ncuolle a nata? Dinte a pochi metri?
S’esce pazze e si nun si criminale ci diventi!
E le chiamano carceri
So’ discariche, discariche sociali

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4 Commenti

  1. La giustizia è un sogno,troppo spesso,un ideale irrealizzabile…..ma quando poi si trasforma in vera e propria ingiustizia è terribile,nauseante,sconvolgente…..In carcere ci stanno i ladri di polli,i ragazzi delle piccole frodi,qualche sniffatore di antica data…I veri delinquenti sono per lo più “fasce protette”,stanno fuori a dirigere le fila di quel miserabile esercito di “bestie”senza coscienza.Le carceri sono gabbie,effettivamente,uomini ammassati l’uno sull’altro,con progetti inesistenti di rieducazione,di formazione…..Sono persone che dimenticano,mano mano di essere tali,perdono diritti e dignità in pochi metri,dove il passo è pesante,vecchio,anche se appartiene a un giovane…..Perciò basta un sorriso,un libro,un fiore,un piccolo souvenir per farle diventare ricche d’un tratto ,mentre qualcuno,in silenzio si fa il segno della croce,quella croce che portò Cristo tanti anni fa e che ritorna sulle spalle di tanti poveri sfortunati…Carceri….carceri…carceri…date ad ognuno il filo d’Arianna per trovare la loro perduta identità………………

  2. Grazie per aver messo in evidenza un problema gravissimo che sarebbe ora di risolvere. Chi ha sbagliato, chi ha commesso un reato deve pagare, è giusto, ma la dignità umana deve essere rispettata…le carceri sono gironi infernali dove soprusi, violenze, sono all’ordine del giorno e tutto passa in un vergognoso silenzio…

    • Ciao a tutti!Noto che il dibattito e8 abasbtanza acceso. Il problema della poesia, perf2, credo che non sia l’anonimato, bensec una cosa molto pif9 grave. La poesia e8 inascoltata dai pif9. Quelli che ne usufruiscono, nella maggior parte dei casi, sono coloro che hanno ambizioni poetiche. E che raramente comprano libri di poesia.Vi invito a fare questo esperimento: chiedete alle prime dieci persone che incontrate chi e8 Luzi, Raboni,Kavafis,Tagore. Sono sicuro che se riuscirete a trovare una persona in grado di darvi una risposta siete stati fortunati.L’anonimato e8 una questione relativa.E’ la poesia stessa a dover uscire dall’anonimato Certo una poetica che si chiude in se stessa, che diventa criptica e che non riesce a comunicare e8 sulla buona strada per essere poesia anonima, anche se reca in calce il nome del suo autore.Spero di aver offerto uno spunto di ulteriore riflessione. Cari Saluti.Alessio

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