E la chiamano riforma del lavoro…

È morto il diritto al lavoro, quello dignitoso, senza ricatti. Può sembrare anacronistico ma non lo è: il capitalismo ha vinto. Ed ha vinto nel peggiore dei modi. Un capitalismo a braccetto con un liberismo sfrenato che ha causato la crisi ed ora continua ad infierire nei confronti di chi subisce da una vita: il lavoratore. Una volta i governi anche i peggiori nel secolo scorso mediavano tra le parti. Oggi sono parte di una parte: quella dominante. Quella che il disastro lo ha causato. Quella che si arricchita e ha indebitato il paese. Altro che rigore, servirebbe ben altro! La stampa non ne parla, la riforma Fornero è sparita dai media ma il parlamento l’ha approvata. Riforma in questo paese all’incontrario è riforma tagliare i diritti! La cosa che più mi dispiace è che il PD ha preferito diventare la nuova spalla su cui poggia l’arma della diseguaglianza e del ricatto occupazionale. Cambiano i contratti d’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, con l’apprendistato che punta a diventare il canale principale d’assunzione da parte delle imprese. Ha vinto il ricatto. Si è ritornati al datore di lavoro che diventa, torna a diventare il padrone che con la modifica dell’art.18 ha uno strumento sicuro di dominio, costituito dalla minaccia sempre incombente sul lavoratore di licenziamento,giustificato o meno. Una legge che disciplina di fatto la «flessibilità in uscita», più che riforma è una legge che può essere definita “il riordino della disciplina dei licenziamenti”! Una legge che riduce la possibilità di reintegro nel posto di lavoro a ipotesi del tutto marginali e generalizza invece, quale sanzione per i licenziamenti ingiusti, una semplice indennità economica di importo compreso tra 12 e 24 mensilità. Per non parlare degli «ammortizzatori sociali». Non ci sarà più quella «cassa integrazione straordinaria» tradizionale che per la classe operaia italiana ha rappresentato sul piano collettivo una garanzia simile a quella dell’art.18 sul piano individuale. Fosse stata vigente in passato la legge Fornero, non sarebbero oggi ancora aperte fabbriche come Fiat, Breda, Ansaldo, Finmeccanica, che sono riuscite a ristrutturarsi anche grazie alla cigs. Per fortuna questa follia dovrebbe entrare in vigore solo nel 2016. In questo periodo si parla di alleanze. Il centrosinistra che si candida a governare il paese sarà in grado di cambiare questa legge?

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