Cent’anni di solitudini

Con Ingrao ho perso tutte le battaglie politiche della mia vita, diciamo che mi son messo nel solco della sconfitta, per tanti sono destinato ad essere per sempre minoranza. Sarà vero, ma quella ricerca spasmodica che vede la politica come primato e sintesi tra democrazia partecipativa e democrazia rappresentativa continua ad affascinarmi ed è quello il fulcro del mio lungo e tortuoso percorso politico. Ho conosciuto Pietro quando avevo ancora i calzoncini corti. XX congresso del PCI, io ero un figiciotto. La mozione Ingrao-Cossutta ottenne il 26,77% dei voti eleggendo 339 delegati, uno lo eleggemmo noi giovani napoletani: si vendette strada facendo passando dall’altro lato. Oggi è un dirigente del Pd ed è consigliere regionale in Campania. Non volevamo cambiare il nome. La nostra non era una scelta nostalgica, non l’attaccamento a quella falce e martello, alla bandiera rossa. Sì, c’era anche quello come corollario, ma eravamo convinti che non si potesse buttare alle ortiche le proprie storia ed identità, lasciando al proprio destino milioni di individui. Perdemmo, alcuni compagni fondarono Rifondazione Comunista, molti di noi, compreso Ingrao, restammo nel nuovo partito, il PDS. L’ultimo partito vero della sinistra italiana. Abbandonai quando iniziò al congresso di trasformazione in Ds, fondai un movimento sempre con quella grande ambizione che si alleò con i Comunisti Italiani, si spaccò, fondò un’associazione con i compagni fuoriusciti dai Ds, Sinistra Democratica. Insieme a tanti compagni costruimmo Sinistra Ecologia e Libertà il partito nel quale milito, nonostante le sofferenze. Nel frattempo i Ds erano diventati PD e… Un suicidio politico senza precedenti per i lavoratori oramai non più rappresentati in parlamento. Una vita travagliata la mia e così come quella di tanti negli ultimi venti anni. Una sinistra che riesce a trovare pace, una ricerca senza fine con tanti errori molti dettati più da ambizioni personali che politiche. Sel? Non la soluzione, Fabio Mussi nel congresso fondativo disse che eravamo un soggetto biodegradabile, pronto a sciogliersi per la costruzione di un grande partito di massa. L’importanza di Sel è il provare ad essere il baricentro tra piccole forze e movimenti, per provare a ridare una Sinistra al nostro paese, con la speranza che quella deriva minoritaria, ben diversa da essere minoranza, non trasformi la battaglia per i diritti e per il lavoro una mera testimonianza. Questo è quello che provo a dire, a fare oggi nel mio piccolo partito tenendo sempre presente quella sintesi tra democrazia partecipativa e democrazia rappresentativa che Pietruzzo mi ha inculcato più di vent’anni fa. Oggi Pietro compie 100 anni, Cent’anni di solitudini politica e di ricerca. Solo quaranta per fortuna le mie solitudini politiche, ma sono in buona compagnia. Ancora auguri.

Tonino Scala

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