“Buona fine e…buon principio”: il capodanno partenopeo visto da vicino

recensione a firma di Maria Valentino apparsa su Qui Caserta

Felicità e tristezza. Gioia e disperazione. Vita e morte. Sono solo alcune delle tante facce di Napoli che Tonino Scala racconta. 24 ore prima e mezz’ora dopo la mezzanotte di un 31 dicembre qualsiasi. Questo il lasso di tempo seguito: ore in cui Scala delinea le vicissitudini di donne e uomini partenopei. “Buona fine e…buon principio”, Edizione Cento Autori, richiama l’augurio tipico che ci si scambia in quel giorno per le strade del capoluogo campano. Storie di persone raccontate nella loro quotidianità nuda e cruda, individui alle prese con scelte difficili, occasioni perdute e colte, momenti di vita intensa e ordinaria routine. Tanti i personaggi che si “incontrano” durante la  narrazione: da Peppe, bello e dannato, che decide di trascorrere l’ultimo giorno dell’anno in una maniera che proprio non ti aspetti, ad Arturo marito improvvisatosi chef almeno a fine anno, a Totore che preferisce il tir alla sua assente famiglia, a Lelluccio a cui hanno rubato l’auto proprio a fine anno. E poi donne, e ancora donne: giovani poco più che adolescenti ma già in dolce attesa e con una vita inevitabilmente già scritta; madri alle prese con separazioni coniugali ed avventure amorose. Protagonisti che si muovono sul grande palcoscenico di Napoli, città che sarebbe nulla senza i suoi “attori” e che Scala descrive con realismo e sincerità, senza mai essere banale ma trasmettendo al lettore l’intensità delle vite raccontate. Vite da vivere o già vissute. L’unico cambiamento è allo scoccare della mezzanotte.

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