Un pomeriggio particolare

Afa, caldo afoso di inizio giugno. Sul letto pantaloncino senza maglietta. La pancia trabocca, non è la sola. Fa caldo. “Papà scendiamo?” All’unisono Nanni e Pippo mi chiedono questo sforzo. “Proprio ora e dove andiamo con questo caldo?” “Agli scavi di Stabia” la risposta. Non me lo faccio dire più di due volte mi vesto polo, jeans, scarpette da ginnastica e via. Si dice che tre stabiesi su cento nella propria vita abbiano visitato almeno una volta gli scavi: vediamo di alzare la media!  Non è questo il motivo, sono contento perché mi hanno chiesto di visitare un pezzo di storia della mia, della loro città: per amare la propria città bisogna conoscerla. Conoscere la sua storia, calpestarla, in senso buono. E poi è la prima volta e si sa la prima volta non si scorda mai! Dal San Marco, quartiere nel quale abito, in linea d’aria sono meno di un chilometro, a piedi due al massimo. Dal balcone si vede villa San Marco più volte mi hanno chiesto cosa fosse e quei racconti hanno portato i due ragazzi in attesa della partita di domani a chiedermi questa passeggiata ricca di storia. Dal balcone ascoltammo il concerto di Lucio Dalla proprio da Villa San Marco con interventi di Marco Alemanno. Questa cosa me l’hanno ricordato tempo fa, quando hanno saputo della morte del grande Lucio. Ricordo quella serata pantaloncino, canotta sedia a sdraio, balcone e musica tanta buona musica. Gli scavi sono aperti tutti i giorni fino alle 19,00. Ultimo ingresso alle 18,00, l’ingresso è gratuito. Vedere la Stabiae coperta dall’eruzione del 79d.c. fa sempre un certo effetto.  Stabiae prima sannita, poi etrusca e greca e solo nel 340 romana, oggi bella e dimenticata dagli stabiesi. A volte si va  in gita nei posti più strani e non si visita la propria città! Quando ero presidente della commissione cultura negli anni novanta istituzionalizzai la settimana archeologica stabiana, una settimana per portare tutte le scuole elementari a visitare l’antica Stabiae romana. Esperimento riuscito per tre anni andò tutto bene poi … ma non voglio buttarla in politica sarebbe un errore voglio godermi questo scenario con la mia famiglia. L’ingresso di Villa San Marco è bello e affascinante. Una spettacolare costruzione ottima la conservazione. “Papà perché Villa San Marco?” Mi dice Nanni il grande. Pippo che sa tutto parlando con  il fratello afferma: “Non sai niente perché si trova nel quartiere San Marco”. “Hai ragione ma il quartiere caro Pippo prende il nome dalla villa che a sua volta prende il nome da una cappella costruita nella zona nella seconda metà del settecento”. Bella proprio bella, per  fortuna è un luogo dove gli sposi vengono a fare le foto altrimenti sarebbe sconosciuta agli oriundi. Ci sono visitatori, c’è un bus nel parcheggio, sembrano americani. Qualche tedesco cammina tra i Platani in un ampio giardino ombreggiato, molti russi, se non me ne accorgo io chi se ne deve accorgere. Vedere straniere scarpisare la tua terra fa sempre un effetto benefico al tuo cuore e alle tue speranze! Rosso, rosso pompeiano negli affreschi teneri e romantici allo stesso tempo. Camminare su quel pavimento bianco, ancora intatto, fatto di tasselli di pietre che formano un mosaico unico, mette i brividi. Pippo e Nanni riconoscono l’opur reticulatum, il muro romano che hanno studiato e disegnato a scuola. La cucina, le terme ancora intatte. Dei platani contengono una piscina bella, sublime se contenesse acqua. Utile con questo caldo! Il giardino e la piscina sono circondati da un portico a colonne, con le parti decorate da un alto zoccolo nero, sovrastato da riquadri con chiome di alberi e festoni di foglie. Dal promontorio si vede la nostra bella città che nonostante tutto amiamo. Mi auguro di riuscire a trasmettere questo amore folle anche ai miei figli. Si esce tra campi e serre, si ritorna sulla strada. A meno di cento metri dopo la Medusa, il famoso hotel, si arriva a strada Varano chiusa al traffico. Non parliamo dello stato di abbandono e del materiale di risulta. Non me la prendo con chi non pulisce, ma con chi ha sporcato: di sicuro no avrà mai visto gli scavi! Ad attenderci ci sono due bus turistici. Entriamo in Villa Arianna. Sono un po’ curioso nel vedere tanti turisti sbircio sul libro presenze. Vedo 76 presenze dalla Russia, 32 da Vienna, 12 Usa-Boston e poi Cremona, Milano, Mantova, Casavatore. Qui le stanze sono chiuse a chiave per paure di razzie. Villa Arianna 2500 metri un piccolo grande pezzo della Roma Antica. Altri 8500 metri di villa sono ancora sepolti. Speriamo che prima o poi si riuscirà a portare alla luce ciò che la natura ha sepolto. La domanda è d’uopo, questa volta all’unisono “perché Villa Arianna?” “Per la presenza di un affresco che raffigura il mito di Arianna”. “Chi era Arianna?” dice Pippo. Qui Giovanni che  proprio quest’anno l’ha studiato, inizia un monologo: “Arianna si innamorò di Teseo quando egli giunse a Creta per uccidere il Minotauro nel labirinto. Ogni anno venivano dati come sacrificio al mostro cinque fanciulli e cinque fanciulle di Atene. Teseo era ateniese. Arianna diede a Teseo un gomitolo di lana per poter segnare la strada percorsa nel labirinto e quindi uscirne facilmente. Arianna fuggì con lui verso Atene, ma Teseo la fece addormentare per poi abbandonarla sull’isola di Nasso”. Pippo il piccolo che per tutto il tempo della visita non ha lasciato per un minuto la mano della mamma, il suo vero amore, guarda il fratello. È proprio vero ogni scarafone è balla a mamma soie, ma anche al papà:  troppo belli. Ricordo una versione di latino che trattava l’argomento, ricordo anche il voto: meglio non dirlo ai ragazzi! Ambienti termali, mosaici, affreschi, una palestra sepolta vedo negli occhi dei bambini stupore e sogno. Poi è il momento del secondo complesso una villa adiacente a villa Arianna ancora tutta da scavare. Mancavo da dieci anni dagli scavi della mia città, è cambiato tutto in positivo, ho notato numerosi passi in avanti, un grande lavoro è stato fatto, sono accessibili più spazi, si nota che si continua a lavorare per ridare luce alla Stabiae antica. Tante cose sono cambiate speriamo che cambi, cambi tutto ed in meglio tra dieci anni! Dal promontorio guardiamo la città: che bella la nostra Castellammare!

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