E’ MORTO 50 ANNI FA MA E’ SEMPRE VIVO…

A cinquanta anni esatti dalla sua scomparsa è più vivo che mai: la sua mimica, le sue battute-tormentone, i suoi film (97) sono patrimonio artistico nazionale!

Per commemorarlo a cinquanta anni dalla sua dipartita, l’Università di Napoli gli ha conferito una “laurea honoris causa” su proposta dell’affabile Renzo Arbore.

Dal 13 aprile al 9 luglio è visitabile la mostra “Totò Genio”, voluta dall’Associazione Antonio de Curtis; tre le sedi espositive: al Castel Nuovo – Maschio Angioino nella Cappella Palatina, al Palazzo Reale nella Sala Dorica, al Convento di San Domenico Maggiore nel Refettorio.

La mostra è una ma è ben divisa in tre parti: nella Cappella Palatina si possono vedere fotografie, fumetti, caricature (Hugo Pratt in primis), disegni (di Federico Fellini e Pier Paolo Pasolini), videointerviste, dichiarazioni (fra cui quelle di Mina, Vittorio de Sica, Oriana Fallaci, Ennio Flaiano, Luciano de Crescenzo, Anna Magnani, Eduardo de Filippo, Peppino de Filippo, Nino Taranto, Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Dario Fo e tanti altri).

Nella Sala Dorica si possono vedere costumi di scena (fra cui quello di “Un turco napoletano” e il “pazzariello” de “L’oro di Napoli”), frac, bretelle, guanti ed altri oggetti di scena.

Nel Refettorio si possono vedere manifesti e locandine dei film, foto della vita privata, lettere varie.

Dovunque emerge il genio di Totò ed, infatti, la mostra è una vera e propria ode al “Principe della risata” (il biglietto per ogni entrata è di 6€ ma c’è l’abbonamento per le tre mostre al costo di 12€).

Particolarmente suggestive le immagini in bianco e nero dei funerali avvenuti a Roma e a Napoli il 17 aprile 1957 (e chi scrive c’era a quello napoletano, insieme alla mamma): una moltitudine (si calcola centomila nella Capitale e centoventimila a Napoli) di persone salutarono il grande Artista dalla sua casa ai Parioli a Roma alla Basilica del Carmine Maggiore a Napoli, prima della sepoltura nella Cappella de Curtis al Cimitero del Pianto a Poggioreale.

Un Artista con una vita personale assai triste, povera, ma con una carriera senza paragoni: una sua innamorata finì per togliersi la vita con un tubetto di sonniferi. Il comico sentì il peso della responsabilità per tutta la vita, tanto che decise di chiamare Liliana, come l’amata morta, la sua prima figlia, avuta dalla moglie Diana Rogliani.

Totò ebbe una liaison con la divina Silvana Pampanini ed un’altra importante storia con Franca Faldini, ma subì sempre il fascino delle donne con forme importanti, mediterranee.

Il suo vero nome era Antonio de Curtis, nato a Napoli il 15 febbraio 1898, morto a Roma il 15 aprile 1967, da tutti conosciuto come Totò o il “Principe della risata”.

Ad organizzare il tutto, Elena Anticoli de Curtis, figlia di Liliana, a cui la madre ha passato il testimone delle memorie di famiglia attraverso la già citata associazione; il nonno non l’ha conosciuto essendo nata due anni dopo la sua morte.

Le domando :“Come ci si sente ad essere custode della memoria di un Grande come Totò?”.

Risposta: “Ne sono orgogliosa ma è anche una grande responsabilità, visto l’amore della gente. La nostra associazione si propone di mantenere vivo questo legame. Senza fini di lucro.”.

Nel frattempo, giovani ed anziani, da soli o in gruppi, si fermano ad osservare le foto in bianco e nero, le locandine, le lettere, i manoscritti con un sorriso di stima ed affetto verso chi non c’è più da cinquanta anni.

Ma sarà proprio così?

 

Da registrare anche un’altra iniziativa, questa volta culinaria: nel suo quartiere di nascita, la Sanità, la Pizzeria “Concettina ai tre Santi” del dinamico Ciro Oliva, per l’occasione, ha realizzato la “Pizza Totò”…

Un’autentica bonta: pizza fritta, rricotta, salsa e provola aggiunta a cottura terminata. Una goduria per gli occhi ma, soprattutto, per la gola…

 

 

EMILIO VITTOZZI

 

 

 

 

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