E son 64

…E SON 64!
Inutile negarlo o cercar di nasconderlo: la pandemia da Covid 19 ha travolto e stravolto le nostre vite…
A livello personale e a quello associativo, che sia parrocchiale o sindacale o sportivo o culturale: le presentazioni
di libri, ad esempio, da circa 2 anni a questa parte, non si organizzano più con costanza e periodicità…
Ma, nonostante ciò, i campionati si continuano a giocare, anche a spalti vuoti.
Comunque sia, domenica 13 febbraio compio 64 anni!
Come sempre mi capita in queste occasioni, ma anche a Natale, a Pasqua, a Sant’Emilio, mi soffermo a riflettere su di
me e sulla mia vita…
A parte gli ovvii problemi fisici (investito da un’auto ho avuto la frattura del capitello radiale destro e la triplice
frattura malleolare destra, un infarto, un edema polmonare conclusosi con l’installazione di un defibrillatore
automatico biventricolare), sono sempre lo stesso: sono sempre tifoso dell’Inter (ed amo sempre i “giocatori-operai” come Gianfranco Bedin,
Angelo Domenghini, Mario Bertini, Gabriele Oriali, Giampiero Marini, Esteban Cambiasso), continuo ancora a votare
Sinistra Italiana, continuo sempre ad amare le canzoni di Mogol-Battisti, di Pino Daniele, dei “Nomadi” (anche se quella che mi rispecchia di più è
“L’istrione” nelle versioni di Charles Aznavour, Renato Zero, Massimo Ranieri), amo sempre San Giovanni Bosco (il
“prete degli ultimi”) e questo Papa, leggo sempre Peppe Lanzetta, Tonino Scala, Maurizio de Giovanni, Luciano de Crescenzo, Massimo Gramellini,
Francesco Paolo Oreste, Pippo Zarrella, la “Gazzetta dello Sport”, insisto a credere in una Società multiculturale
ed antirazzista, senza rigurgiti nazisti, dove si rispetti la persona al di là della sua razza, del suo credo politico-religioso, dei suoi gusti
sessuali…
“Emì, che regalo vorresti per il tuo 64° compleanno?” mi è stato chiesto.
Risposta: “Compio 64 anni domenica 13 febbraio. Il giorno prima la Beneamata gioca allo “Stadio Maradona” con il
Napoli.
La mia squadra (da sempre!) scende in campo nella città del Maschio Angioino, del Castel dell’Ovo, della Chiesa del
Gesù Nuovo, del Monastero di Santa Chiara, di Castel Sant’Elmo, del “Cristo velato”…
La formazione per cui batte il mio cuore (da sempre!) scende in campo nella città di Pino Daniele, Roberto Murolo,
Enrico Caruso, Renato Carosone, Peppino Gagliardi, Massimo Ranieri, Edoardo Bennato…
La compagine che preferisco (da sempre!) scende in campo nella città di Totò, Eduardo de Filippo, Peppino de Filippo,
Luciano de Crescenzo, Nino Taranto…
Il regalo? Una vittoria della squadra nerazzurra di Mister Inzaghi su quella di Mister Spalletti!
Che segni Edin “il cigno” o Lautaro Martinez “il toro” o Nicolino Barella o Danilo D’Ambrosio non importa;
potrebbe anche essere un’autorete di qualche giocatore del Napoli a tempo scaduto, l’importante è vincere…
Anche nei sogni la mia Inter migliore (Zenga, Bergomi, Facchetti, Oriali, Samuel, Cambiasso, Et’ò, Mazzola,
Boninsegna, Mattheus, Rummenigge) sconfigge il miglior Napoli (Zoff, Bruscolotti, Ferrara, Bagni, Cannavaro, Krol,
Mertens, Zola, Careca, Maradona, Giordano).
Ma i sogni sono una cosa, la realtà è un’altra…
Io, però, conto sulla “potenza” di San Siro e sull’intercessione di Giuliano, Tarcisio, Giacinto, Armando,
Joaquin, Mariolino…
Perché sono sempre convinto che sono 3, e solo 3, le cose che nella vita non si possono cambiare: la Mamma (cioè la
Donna che ti ha “concepito”!), i Figli (cioè i frutti del tuo “concepimento”!!), la Squadra del Cuore (cioè
quella Compagine i cui colori sociali ti fanno venire la pelle d’oca, le lacrime agli occhi, un’euforia o una depressione senza limiti!!!).
Per me è l’Inter…
Poi, che vinca o perda, offrirò caffè e dolci a Tonino and his band…

EMILIO VITTOZZI

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