Uomini, mezz’uomini, ominicchi, pigliainculo, quaquaraquà (don Mariano)

di Emilio Vittozzi

Gli “arresti domiciliari Covid 19”, fra le altre cose, ti permettono di riaprire quel libro che non riuscivamo a portare a termine o di rileggere quel testo che sta lì, fra tanti altri libri, nella tua biblioteca…
Così sta accadendo così anche a me: ora ho ripreso in mano “Il libro dei libri in cento parole” di Autori vari – l’Erudita edizioni.
E’ il quarto libro di tal genere a cura di Vincenza Alfano, insegnante di Letteratura: di cosa tratta questo? Cento autori raccontano i loro irrinunciabili libri, amati al punto da “presentarli” in cento parole. Ognuno con il suo stile, hanno scavato nei propri ricordi, scolastici e no, focalizzandoli in un libro che è rimasto nel loro cuore, lasciando un indelebile segno nella propria vita: le proprie emozioni, così, vengono “rispolverate” dal tempo trascorso dalla lettura e condivise con altre persone. E’ un invito, in fin dei conti, a leggere, a leggersi “dentro”, in un contesto generale di estrema frenesia in tutto: dalla lettura ai rapporti umani, dalla tavola a…
Leggendo l’elenco dei cento libri si scopre della vastità della scelta: ad esempio, c’è “Il deserto dei tartari”, “Và dove ti porta il cuore”, “Il giorno della civetta”, “L’insostenibile leggere dell’essere”, “Il cacciatore di aquiloni”, “Il senso del dolore”, “Il gabbiano Jonathan Livingston”, “Il ritratto di Dorian Gray”, “Il vecchio e il mare”, “Il diario di Anna Frank” (per citarne solo dieci).
Ma ci sono anche autori che hanno scelto lo stesso libro: “Un uomo”, “Il piccolo principe”, “Cent’anni di solitudine”.
“Sostiene Pereira”, addirittura, è stato scelto ben tre volte…
L’opera è un intelligente modo di rapportarsi con gli altri, anche se non si conoscono personalmente i cento Autori, né, ovviamente, quelli prescelti.
Ah, dimenticavo: il mio libro è “Quaquaraquà” di Tonino Scala (a pagina 105).
Il libro che mi ha permesso di conoscere l’Autore Stabiese, grazie all’interessamento di Michele Vanacore che, un giorno, mi chiese “Emì, vuoi presentare questo libro a Villa Savonarola a Portici?”.
Risposta: “Michè, fammi leggere il libro e, se possibile, vorrei conoscere anche ‘sto Tonino Scala…”.
Così, in un certo senso, cambiò la mia vita, sotto il profilo culturale e l’aspetto amichevole.

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