Tre provvedimenti in pochi giorni

di Tonino Scala

Tre provvedimenti in pochi giorni. Tre provvedimenti tosti, coraggiosi, necessari. Tre provvedimenti scaturiti da emergenze, inutile raccontare quali. Gli opinionisti stanno utilizzando questo continuo cambiamento, dovuto a contingenze oggettive, per delegittimare la politica. Il gioco continua. La politica non è all’altezza, è questo il mantra che è ricominciato. Si chiama democrazia rappresentativa, è stata, è la più grande conquista del mondo moderno. Il mondo, gli studiosi brancolano, nessuno ha certezze su questo piccolo essere vivente che ci sta facendo ballare e non solo la vulgata, ma chi dovrebbe avere sale in zucca chiede decisioni ferme, l’uomo solo al comando. Perché fino a questo momento con strumenti democratici in pochi giorni, in poche ore, non sono state prese decisioni ferme, oserei dire epocali? Siete convinti che una sola persona dall’alto della sua forza, avrebbe fatto meglio? Non credo. Gli uomini soli mi han sempre fatto da un lato tenerezza dall’altro paura. Lo dico, sì, lo dico, la sospensione della democrazia mi fa paura. Le continue emergenze che abbiamo vissuto in questi 30 anni e i relativi commissariamenti han fatto meglio? Vorrei una risposta, altrimenti parliamo del sesso degli angeli. Com’è avvenuto dopo l’11 settembre ci son restrizioni che sono entrate nella nostra vita comune perché abbiamo ceduto troppo. Son preoccupato che le emergenze possano servire a questo. I tecnici, gli esperti, gli uomini che “sanno”, che hanno un ruolo di tipo tecnico già lavorano per chiedere al governo, a chi deve fare cose, di cose fare in nome e per conto del popolo: La democrazia è bella e complessa. In pochi giorni sono stati fatti passi importanti, importantissimi forse, dico forse, i più importanti nella nostra storia repubblicana. Hanno fatto, forse hanno sbagliato, lo hanno fatto mettendo più teste intorno ad un tavolo per prendere le decisioni più giuste e ponderate. Hanno fatto, vedremo dopo se han fatto bene o male, ma potevano fare peggio. Sarà che tanti che si lavano la bocca sull’importanza della famiglia nella nostra società, hanno in testa il modello di una famiglia dove a decidere è uno. A casa mia le decisioni si prendono insieme, si parla si discute, si litiga, si media, poi si decide e subito. Perché vogliamo introdurre nel nostro ordinamento cessioni di democrazia nella costituzione sostanziale del nostro vivere quotidiano che, la storia ci insegna, nessuno ci ridarà più? Pensiamo. Riflettiamo una volta tanto.

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