Le cose perdute del calcio

Di Emilio Vittozzi

 

 

NICOLA CALZARETTA
“Le cose perdute del calcio”
NFC Edizioni

Nel 1971 l’allora famosissima “Formula Tre”, in un verso di “Eppur mi son scordato di te”, cantava “Un
tuffo dove l’acqua è più blu…”.
Nel 2021 l’avvocato-giornalista-scrittore Nicola Calzaretta fa tuffare il suo lettore in un mare di ricordi…
Perché la sua ultima opera libraria è un viaggio nel tempo, un gioco della memoria, portando chi legge nel Mondo del
Calcio degli anni 60 (o giù di lì), gli anni tanto cari al baffuto Gianni Minà.
Chi redige questa (modesta) recensione ha letto “Le cose perdute del calcio” con estremo piacere, dalla prima alla
duecentoquattordicesima pagina: venti capitoli più ben tre prefazione-introduzione a firma dell’Autore, di Italo
Cucci e di Cristiano Militello.
E’, in pratica, un libro che denota subito una leggerezza che non vuol dire superficiale nullità, anzi: ogni
capitolo induce a riflessioni e, perché no?, a discussioni pacate, profonde, coinvolgenti, appassionanti.
Non è una novità, per me, la bravura di questo cinquantenne, lucano di nascita, toscano d’adozione, collaboratore
del “Guerin Sportivo” di cui ho già letto “Alla ricerca del calcio perduto” (Primo e Secondo tempo) e
“C’era una svolta” (regalato all’amico Ivano Bordon!).
Personalmente quando si parla degli anni 60 la mia mente va in automatico a Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin,
Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso, ovverossia la Grande Inter, l’unica squadra, oltre al Torino,
a cui si è sempre abbinato l’aggettivo “grande”!
Per me quel periodo lo identifico in Anzolin, Leoncini, Castano, Bercellino, Salvadore, del Sol, Menichelli, Sivori,
Ghezzi, Cesare Maldini, Radice, Trapattoni, Rivera, Altafini, Barison, tanto per citare solo i primi sedici venutimi in
mente…
E poi i giornalisti Nando Martellini, Maurizio Barendson, Enrico Bortoluzzi, Paolo Frajese (marito della più nota
Marina Lotar, attrice porno), Paolo Valenti, Enrico Ameri, Sandro Ciotti…
Con la sua scrittura leggera e scivolosa, Nicola Calzaretta dimostra di aver studiato l’argomento; il libro è zeppo
di aneddoti, di fatti curiosi, di statistiche che arricchiscono i venti capitoli.
Si parte dall’evoluzione della maglia dei portieri, da totalmente nera a fantasia a pois, ai guanti degli stessi; ai
calzettoni che Sivori e Corso indossavano abbassati; alle scarpette; alle maglie con gli sponsor; ai ruoli di un tempo
che non ci sono più; al dodicesimo, secondo portiere; ai diversi moduli di gioco; al precampionato; alla campagna acquisti; al fumo delle
sigarette e delle pipe; alle Nazionali dei Paesi dell’Est; alle candele a San Gennaro; alle proteste contro
l’arbitro e la cattiva sorte; alle trasmissioni calcistiche alla radio e in televisione; al pallone.
In definitiva, in poche e scarne parole, un gran bel libro, arricchito dalla matita di Michele Targonato, valente
grafico triestino.-

                                                                                                                        

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