L’Isola delle Femmine, 22 racconti sul femminicidio di Peppe Lanzetta

cop_isolaVentidue donne, ventidue città, ventidue storie da dimenticare. Dimenticare perché pur essendo ben scritte, non sono pagine di letteratura, ma scritti di vita reale, viva cruda. Pagine da cancellare in un paese dove la donna è sempre più oggetto di violenza. In questi brani il sangue delle donne scorre e fa male. Amore, se così lo possiamo definire, che da pazzia si trasforma in odio che sporca e lascia segni indelebili. L’Isola delle Femmine, 22 racconti sul femminicidio, edito dalla casa editrice Centoautori, è un coltello che Peppe Lanzetta mette in una delle tante piaghe del nostro bel paese. Nel dicembre 2012 l’Eures, in collaborazione con l’Ansa, pubblicò un’indagine sul fenomeno del femminicidio negli ultimi dodici anni (dal 2000 al 2011). Dai numeri emerse un crescendo del fenomeno negli ultimi anni (dal 2009 in poi) che raggiunse nel 2011 il record del 30,9% degli omicidi totali: un omicidio su tre era ed è rosa. Femminicidio è un termine che suona male, fa a cazzotti con la nostra bella lingua. Serve, però, a definire in modo appropriato la categoria criminologica del delitto perpetrato contro una donna solo ed esclusivamente perché donna. Un temine che diventa necessario. Chi ama la scrittura di Lanzetta in questi racconti troverà l’autore che ha apprezzato per il suo modo senza fronzoli di raccontare, denunciare. Scritti crudi e amari bagnanti da odio e rancore, amore pazzo e possessione inverosimilmente vera, ritroverete in questo bel libro quell’acerbo passionale e violento che agli esordi di questo grande scrittore di successo ha fatto incantare i lettori italiani. Pagine decantate con lo stesso tormento, la stessa chiarezza che ha contraddistinto un autore che ha saputo descrivere un mondo, un ventre malato di un emisfero malato: amen. Sembra di esser tornati a quei libri di racconti che hanno fatto conoscere al grande pubblico il Bukowski italiano. La stessa verace e cruda scrittura di Figli di un Bronx minore, Una vita post datata. Donne, città, accomunate dallo stesso triste destino. Da Napoli a Siena, passando per Rossano Calabro, da Lucia a Carmen, da Agnese dolce Agnese a Luana. Storie di donne in un paese maschio e violento dove si confonde amore con possesso. Un’egemonia che porta odio, violenza, sangue, un rosso vivo che segna la morte bagnando da troppo tempo il nostro paese. Sfila la corona Lanzetta, come si dice a Napoli, vomita parole che entrano e non escono. Parole che fanno male che inducono a una riflessione vera. Femminicidio è quando in un crimine il genere femminile della vittima è una causa essenziale, un movente, del crimine stesso, nella maggior parte dei casi perpetuato all’interno di legami familiari. Donne uccise dai fidanzati, mariti, compagni, donne di diverse estrazioni sociali, donne che amano la vita, donne a cui è stata tolta la vita. Lanzetta con la sua lingua riesce in modo semplice e diretto, a descrivere ventidue storie inventante che sono però la triste e amara realtà. A mani nude, per percosse, strangolamento o soffocamento sempre lucida e pazza violenza perpetrata ai danni del gentil sesso, questo troverete in questo libro come nella realtà. Pagine che fanno chiudere gli occhi, ma aprono la mente. Una donna ogni due giorni muore per mano di uomini folli e possessivi. Quando finirà questa mattanza? Si può uccidere una donna solo perché ha deciso di interrompere un legame? Si può massacrare senza pietà con una violenza inaudita per rancore, per paura? L’uomo è chi rispetta, non chi pensa di avere e di poter condizionare tutto e tutti nella vite e anche nella morte. Viola, Milena, Lucia, Carmen, Olimpia, Rita, Gilda, Agnese, Antonella, Emma, Anna, Laura, Mirna, Luana, Alba, Petra, Manuela, Rosanna, Carlotta e Maria queste le protagoniste di queste storie folli e reali che troverete in questo bel libro che vi appassionerà. Bravo Peppe Lanzetta l’autore napoletano che in questi giorni sta girando l’ultimo 007 nei panni del cattivo. Come sempre la sua scrittura è dura e violenta apre uno squarcio nelle nostre vite.

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1 Commento

  1. 22 schiaffi 22 pugni 22 calci 22 coltellate…le ho sentite tutte e di volta in volta sono stata Carla Veronica Agnese…sono stata la donna umiliata, uccisa, gettata via come spazzatura. Ho letto con voracità questo libro, con gli occhi sbarrati e la gola stretta in una sensazione di paura, quella paura che ho provato anche io e dalla quale non riuscirò mai a liberarmi, troppo normali troppo comuni quegli uomini, uguali a tanti che stanno o sono stati accanto a noi, che non perdonano, non capiscono, non accettano, non considerano. Grazie a Peppe Lanzetta che come uomo ha saputo capire, mi ha lasciato dentro un dolore straziante, una sensazione di paura, certamente voluta. un libro bellissimo nella sua crudeltà nella sua normalità che spero leggano molti uomini. So che Peppe è tuo amico e tramite te carissimo Tonino ho potuto conoscerlo e ascoltarlo dal vivo, vorrei che gli portassi le mie parole per un sincero grazie da parte di tante donne.

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