#Giorno6 – ‘O cunto do’ cece

Il brodo andava fatto oggi, non ieri. Chissà perché quando il cielo è scuro la mia mente passa al brodo. Quello con una patata, una cipolla, qualche carota e del sedano, tanto sedano. E mo’ che faccio? Posso fare brodo anche oggi? Quelli mi picchiano. Quelli sarebbero i miei figli. Prima di iniziare le mie cose, sono alle prese con una narrativa scolastica, prendo il caffè, poi altro caffè e poi quel sorso di caffè che è rimasto, che non è proprio il massimo, ma va bene così. Leggo i giornali prima di iniziare la giornata. Son tutte brutte notizie lo so, ma… bisogna leggerli, bisogna capire come gira questo benedetto, maledetto mondo nel quale, per fortuna, ci sono anche io. Poi vado su Fb, l’algoritmo mi porta sul profilo di un caro amico: il re della pasta e patane. No, non è uno chef, ma cucina in modo divino. Fa l’attore, un bravo attore, lo scrittore, l’inventore di Gennaro di Palma che adoro, per i miei figli è l’amico tuo, quello della pasta e patane. Parlo di Gaetano Amato. Faccio la pasta e patane allora? No, non ho quello che serve, quello poi lui, ‘nu caxxxxzzo che non avete idea, un purista del suo verbo culinario, vede la foto su Fb e mi cazzae. Faccio altro piatto, uno che mi ha insegnato sempre lui: pasta e ceci con i funghi porcini. Me li fece assaggiare durante una presentazione di un libro. Sì, avete capito bene quando presenta i libri, cucina pure, nel senso che io do l’intrattieno, parlo di lui del libro e lui con un pentolone cucina e mi prende per quello che ho come la faccia… non dite le parole che vi sento. Alla faccia, si faccio la spalla: che si fa per un piatto di pasta 😉 Devo ringraziarlo per la pasta? Pure, ma soprattutto per il fatto che mi ha dato la possibilità di non mangiare da solo pasta e ceci: li adoro. Perché dico questo? Al piccolo i ceci non piacciono e un giorno, grazie a quest’idea, lo feci fesso. Tritai i ceci, feci un piccolo brodo a base di funghi porcini secchi, aggiunsi la crema di ceci, calai la pasta e… Buona disse, mi piace questa pasta con la crema di funghi porcini. Inizia a ridere, svelai il trucco. Non disse nulla. Continuò a mangiare. E allora… falli sempre così, disse. Ecosìsia!

Per fortuna c’è il cibo, ci sono quei momenti ordinari di una banalità profonda che ti fanno guardare il mondo in altro modo, anche perché le immagini di ieri all’Ospedale del Mare di Napoli, andate in onde in prima serata su PiazzaPulita su La7 non riescono ad andare via dalla mia mente.

Pazienti Covid e non Covid in letti vicini e senza alcuna divisione. Persone con l’ossigeno in piedi nel corridoio perché mancano le barelle. Stanze piene di positivi e di pazienti in attesa del tampone. Sono le conseguenze della valanga che ha investito gli ospedali in Campania. “Così non reggiamo una settimana”, dicono i medici aLuca Bertazzoni.

“Devono capire che stanno uccidendo la gente mentre fanno i loro giochi politici”. È l’accusa che Pierino di Silverio, responsabile Anaao, muove contro la gestione dell’emergenza Covid nella mia regione. Per documentarla, Piazzapulita è entrata nel pronto soccorso dell’Ospedale del Mare dove i pazienti positivi sono mischiati a quelli sospetti Covid o a chi ha altre patologie, senza che esista più un “percorso pulito” per evitare i contagi. Con rischi altissimi: “Infatti ci sono 23 colleghi del pronto soccorso ammalati”, raccontano.

“De Luca dice che ci sono i posti e allora perché il personale delle ambulanze ha continuato a dirci che il posto in ospedale non c’era? Perché non l’hanno ricoverato prima?”. Francesca ci ha raccontato gli ultimi giorni di suo nonno, morto a causa del Covid a Caserta. È stato straziante quelle lacrime

Che sia un buon giorno

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