Con Veraldi Napoli esce dal folclore criminale

Fino a La Mazzetta i romanzi su Napoli, sulle violenze di una città bella e prepotente erano tutti incentrati su guappi, uomini d’onore su una Napoli olograficamente triste e stuprata dalla brutalità gratuita. Con questo romanza Veraldi riesce ad inquadrare Napoli in una normalità di paese già allo sbando nei lontani anni settanta. La Mazzetta è il più bel giallo italiano come ci dice Del Bono e vi assicuro non ha tutti i torti. Bello, avvincente, crudo e reale tiene aggrappato alla pagina, suspense e voglia di vedere come va a finire. Dettagli minuziosi che ti addentrano in una storia avvincente che lascia senza fiato in un territorio mozzafiato: Napoli, la costiera, il Faito, la mia Castellammare, Formia. Bello e grottesco, ironico e violento, intrecci tanti e cuciti con maestria in una prosa tutta azione al servizio di storie criminali affollate di grandi furfanti e piccoli faccendieri, di camorristi e liberi professionisti della zona grigia, di ricchi sfondati e avvocaticchi in cerca di soldi, famiglie incancrenite e individui ambiziosi insomma sono passati tanti anni, più di trenta ormai e un bel libro resta un bel libro e un mondo di imbroglioni e lestofanti resta un mondo di imbroglioni e di lestofanti. Dopo aver letto il libro ho visto anche il film diretto da Sergio Corbucci con Manfredi e Tognazzi: bello, ma preferisco il libro.

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