BELLA CIAO

 

di EMILIO VITTOZZI

«Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

E seppellire lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»

“Bella ciao” è uno dei canti popolari italiani più noti a livello internazionale.
Generalmente viene associato alla Resistenza e ai partigiani italiani: le sue parole sono parole di libertà, lotta contro le dittature.
Per questa ragione “Bella ciao” è considerata come il simbolo della Resistenza italiana.
Di recente ha avuto anche un significato storico-sociale a livello internazionale, comparendo in diversi momenti della storia politica di paesi diversi dall’Italia:

·         Nel 2013 è stata intonata ad Istanbul dai manifestanti contro il premier turco Erdoğan;

·         Nel 2015 è stata cantata in occasione delle commemorazioni delle vittime del giornale satirico francese “Charlie Hebdo” e durante il funerale di uno dei suoi vignettisti;

·         È diventata l’inno dei Fridays for future.
Youtube è zeppo di versioni (live o da studio) di “Bella ciao”, cantanti e gruppi di tutto il mondo si sono cimentati con questo pezzo: da pelle d’oca quella cantata “a cappella” allo stadio dai Boys of straits…
Al di là di Claudio Villa, Milva, Giorgio Gaber, Tosca, io preferisco le versioni dei Modena City Ramblers, di Goran Bregovic, di Paola Turci, di Captation Debout, di Chico et les gipsy e della Banda Bassotti & 99 Posse.
La canzone rimane uguale nella sua forza, in Italia e in Francia, in Inghilterra e in Turchia…
L’anno scorso la cantai insieme al Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a Piazza Carità a Napoli, insieme a Ferdinando Kaiser, Palma Fioretti, Michele Vanacore e a tantissimi antifascisti.
Quest’anno, colpa del Corona-virus, la Festa della Liberazione va “festeggiata” al chiuso, in casa: l’ANPI ha invitato gli Italiani democratici ed antifascisti ad intonarla o a mandarla in onda alle ore 15, dopo aver esposto una bandiera tricolore sul balcone o alla finestra.
Un modo per ribadire che l’Italia è nata dalla Resistenza antifascista, checchè ne dicano i vari La Russa-Meloni-Salvini & Compari, ancorati ad un regime sconfitto dalla volontà popolare il 25 aprile.
Un modo per stare insieme, nonostante ognuno a casa propria, per fronteggiare il nuovo “nemico”, tutti uniti, ma dedicare il 25 aprile, come suggerito dal nefasto Ignazio La Russa, alle Vittime del Corona-virus non ha senso, non ha ragione di essere proposto. Ci sono ben altri 364 giorni ma il 25 aprile no, è la Festa della Liberazione!
Passano gli anni (75) ma i vinti, gli sconfitti ancora non si arrendono all’evidenza: fu la stragrande maggioranza degli Italiani a volere la Democrazia, a sconfiggere il nazifascismo!
Ed ora, tutti insieme, tenendoci “virtualmente” per mano, cantiamo “Una mattina…”.-

 

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