Al Pascale…chissà che stanno facendo al Pascale…

Al Pascale è notte, pure a casa mia: sono le 4. L’attesa è forte, non riesco a dormire, non voglio pensare, mi alzo. Vorrei preparare il caffè ma è ancora presto. Qui tutti dormono: ovvio. Vado in cucina. I piatti sporchi nel lavello, la tovaglia ancora sul tavolo, ieri tutti a vedere Braccialetti Rossi sul divano. Tutti tranne io, non volevo vedere, non volevo pensare, non volevo. Apro il balcone fa caldo o sento caldo, sarà stato il gateau di ieri sera! Me lo ha mandato mia suocera: la masta del gateau. Mi fa morire, lo cucina in modo divino e ancora oggi ha bisogno di conferme. “Tonino mi dispiace non è venuto tanto bene” dice. “Infatti” la mia risposta. Poi pausa e ripendo con la solita battuta “Sapeva di poco. La prossima volta una fetta più grande”. Lei ride, io penso al prossimo gateau che lei mi manda quando sa che devo riuempire vuoti. Mia moglie s’incazza “Ti fa male” “Sapessi quante cose fanno male!” Fuori non c’è nessuno. Sulla strada vedo una macchina, una sola. Chissà dove starà andando. Forse starà tornando. Non lo so. Non mi interessa. Forse sì. Forse no. La capa sbarea e facciamola sbariare. Al Pascale sarà tutto chiuso. La mia capa batte sempre lì, dove la paura duole! Tra poco arriveranno le guardie giurate con in mano una lista enorme di numeri e nomi. Numeri e nomi che sono persone con le loro storie, i loro affanni, le loro paure. A quest’ora quelli della provincia, delle altre regioni saranno già in viaggio. Che cosa strana noi andiamo a Milano, da Rossano Calabro vengono da noi. Sì è sempre a sud di qualcuno. Quelli di Milano dove vanno per sperare? A Lugano! Quelli di Lugano? In culonia. Sì perché ci vuole culo nella vita anche se vivi a Lugano! Nello stradone il traffico, traffico mo, aumenta, le macchine passano a due, a tre, a quattro, a cinque. C’è chi conta le pecore per dormire, chi le macchine per non impazzire. Intanto mi preparo il caffè e accendo la tv. Come sempre mi sintonizzo su Rainews per capire cosa sta accadendo nel mondo: niente di buono come sempre. Ecco che il liquido nero bollente sale. “Buongiorno” si è svegliata mia moglie. “Che ci fai qui”. “No, niente”. Al Pascale è ancora buio, pure a casa mia ma ho acceso la luce e sto bevendo un caffè: non male. La campana suona, sono le sette sveglio i ragazzi. Inizia un altro giorno e…chissà che stanno facendo al Pascale…

Tonino Scala

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