Dalla parte delle viole

rsz_violedi Tonino Scala

Prendete appunti, segnatevi questo nome, Mario Visone, di sicuro ne sentirete parlare. Con lui ho scritto un libro a quattro mani “A voi la Leopolda, a noi il social Forum”, una sorta di dialogo sulla politica a sinistra nel Bel Paese ai tempi di Renzi, ma ho sbagliato tutto. Mario è un bravo saggista senza ombra di dubbio, ma con lui non si scrivono saggi: è un grande narratore!

Con “Dalle parte delle viole” pubblicato per i tipi della casa editrice napoletana Homo Scrivens, ha creato un personaggio che nel contempo è eroe e antieroe: Guido Santandrea. Eroe perché parte per la Spagna con un grande intento, vendicare la morte di Federico Garcia Lorca avvenuta per mano della falange franchista. È antieroe perché il suo gesto non è compreso fino in fondo, gli italiani all’estero erano considerati tutti fascisti in quel periodo (e non solo). È antieroe perché non spara, non è violento, è un uomo d’amore. È antieroe perché l’uccisione del poeta è solo una scusa in realtà Guido vuole uccidersi. Fatto prigioniero, vi consiglio di leggere queste pagine di una bellezza unica, dai suoi stessi compagni rischia di essere giustiziato dal POUM.

Se dovessi fare un paragone con la letteratura di genere italiana, associando il testo ai romanzi sulla Resistenza italiana, più che fare una similitudine con “Il Partigiano Jonny” di Bebbe Fenoglio che salta subito in mente, farei altra comparazione con Pin, il protagonista del primo romanzo di Italo Calvino “Il sentiero dei nidi di ragno”. Vero è un bambino, infatti Guido Santandrea, a mio modesto avviso, guarda dai suoi occhi il mondo come Pin.

Una scrittura ricercata e mai scontata, un romanzo storico che riesce a creare l’atmosfera di quei giorni tristi, cupi e ricchi di sangue. Una guerra nella guerra quella di Guido, la sua guerra per vendicare un grande poeta, il suo grande poeta. Poetico a tratti lirico, un autore di cui sentirete spesso parlare. Atmosfere ricche di passioni e d’ideali, visti i tempi nei quali viviamo nonostante le guerre civili e non, verrebbe voglia di riviverle quelle atmosfere con la speranza che nessuno prenda alla lettera ciò che ho detto, innescando una polemica sterile come quella creata ad arte sul web e sui medie, dopo le dichiarazioni di Miss Italia.

Guido Santandrea ha la capacità di non rubare mai la scena ai coprotagonisti di un romanzo struggente e bello. La scelta dell’io narrante rende ancora più vivo e avvincente questo pezzo di letteratura contemporanea. Un libro poetico, a tratti lirico soprattutto nella parte finale: “Non è l’amore tra noi, ma l’amore per l’umanità che ci condanna…”; “Fino a quando saremo costretti a scegliere di stare dalla parte delle viole o dalla parte di chi le trancia, saremo sempre dalla parte delle viole…”. Tra le elegie di Federico Garcia Lorca, quelle di Neruda e di Mario Visone vi riempirete di prosa e passione, amore e visioni poetiche di un mondo che andava e che va da un’altra parte. Un libro con personaggi inzuppati d’ideali al punto da non fare sconti a se stessi, una guerra privata, quella di Mario che è ancora più cruenta della follia della guerra stessa perché cerca la morte, insomma l’autore è stato in grado per dirla alla Sciascia di creare una storia semplice essenzialmente complessa. Mario Visone ha avuto la capacità di creare un personaggio unico, con uno sfondo a dir poco umanistico e ammaliante. Sarà per la sua vena anarchica, sarà perché il testo mi è piaciuto un sacco, sarà perché parla di guerra in modo inusuale, vi invito a leggerlo: non ve ne pentirete. Conosco Mario da molti anni ed ho una certezza: Guido è anche un po’ Mario!

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